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venerdì 13 giugno 2014

Benedizione dei gigli nella memoria di Sant'Antonio da Padova





E' uno dei santi più popolari, amati e invocati, in Italia e nel mondo, oggi viene festeggiato in migliaia di cattedrali, santuari, parrocchie e semplici cappelle, è Sant'Antonio da Padova.
Un santo così popolare non può non avere anche tutta una serie di riti caratteristici, in alcune regioni si benedice il pane in suo onore, in altre i fanciulli, e altre cose.

Fra le varie benedizioni risulta particolarmente suggestiva e adatta, la benedizione dei gigli, tipico elemento iconografico del santo taumaturgo.

Il giglio posto nelle mani del Santo simboleggia la purezza della sua vita, ma anche il profumo e la bellezza della santità che si diffonde in ogni direzione. Egli morì proprio nel mese nel quale questo splendido fiore si schiude per essere ammirato in tutta la sua bellezza. Anche Cristo, nel Vangelo di Matteo 6, 28-29, cita i gigli come una delle creature più belle, rivestiti splendidamente, tanto che nemmeno Salomone avrebbe potuto competervi.


Eccovi il testo della benedizione che può essere usato da un sacerdote o un diacono.

O Dio, che hai creato e conservi il genere umano, tu che ami la santa purezza e doni la grazia spirituale e l'eterno premio, degnati di consacrare con la tua benedizione + questi gigli che, in rendimento di grazie e a onore del confessore Sant'Antonio, oggi umilmente ti presentiamo e supplichiamo di benedire. 
Spargi su di essi, in virtù del segno salutare della Santa Croce + la celeste rugiada.                         Tu che nella tua ineffabile bontà li hai concessi all'uomo per ristorarlo con il loro profumo e mitigarne le sofferenze, riempili ora di una nuova virtù: fà che essi, adoperati nelle malattie, collocati nelle case o altrove, portati devotamente, per l'intercessione dello stesso tuo servo Sant'Antonio, abbiano a scacciare i demoni, ad apportare la salutare continenza, ad allontanare le infermità, a procurare ai vostri servi la pace e la grazia.                                                                       Per Cristo nostro Signore. Amen

mercoledì 11 giugno 2014

Nostro Signore Gesù Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote





Pochi la conoscono, ma è una festa importantissima,  già celebrata da diversi anni in istituti religiosi, ha già dato notevoli frutti spirituali e ne darà tanti altri, si tratta di una nuova festa, quella di NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO SOMMO ED ETERNO SACERDOTE.

Questa festa è fissata al Giovedì dopo Pentecoste, (per l'anno 2014 sarà il 12 giugno), è stata concessa nel 2012, da papa Benedetto XVI, a seguito dei gravi scandali di pedofilia e dell'Anno Sacerdotale, a tutte le conferenze episcopali che ne faranno richiesta alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Molte conferenze episcopali, approfittando della nuova traduzione del Messale Romano, l'hanno già inserita fra le feste del loro calendario e sicuramente, con la III edizione del Messale Romano CEI (che speriamo presto di poter vedere alla luce) entrerà a far parte anche del calendario italiano.

Questa festa invita la Chiesa tutta a contemplare la santità e la bellezza del sacerdozio di Cristo, animando i fedeli nel loro impegno alla santità, spronando a una intensa preghiera per la santificazione del clero e incitando quanti sono chiamati con il sacramento dell'Ordine al sacerdozio ministeriale a vivere un saldo e fedele impegno di santificazione personale, nel dono totale a Dio e alla Chiesa.

Qui vi riporto il link ( http://notitiae.ipsissima-verba.org/pdf/notitiae-2012-335-368.pdf ) al quale troverete le pagine della rivista Notitiae, la rivista ufficiale della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, al quale potrete trovare il decreto di concessione della festa liturgica e tutti i testi ufficiali nell'originale latino ( Messale, Lezionario, Liturgia delle Ore e Martirologio Romano).

Non avendo ancora una traduzione ufficiale dei testi in italiano, nulla vieta di utilizzare, almeno finchè non avremo il nuovo Messale, la Messa votiva a Cristo Sommo Sacerdote, che si trova fra le Messe votive della II edizione.


Buona festa di Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote !


mercoledì 28 maggio 2014

Rogazioni per i giorni prima dell'Ascensione


Le Rogazioni, per molti secoli, sono state occasioni solenni per tutto il popolo di Dio che invocava il suo Signore, oggi, giacciono dimenticate in un angolo del Benedizionale, eppure la riforma liturgica le ha adattate alle mutate esigenze del mondo contemporaneo, ne ha arricchito notevolmente i formulari e i gesti. 
I giorni che precedono la solennità dell'Ascensione, in particolare, vedono un formulario ad hoc per le Rogazioni, come il Cristo, ascendendo al cielo, teneva le mani alzate benedicendo, il sacerdote, nei tre giorni che precedono la solennità (mercoledì, giovedì e venerdì dove viene celebrata di Domenica) benedice, rispettivamente, la città, la campagna, una fonte d'acqua o un lago o un fiume o una fontana.

1821. Le rogazioni prima dell'Ascensione ci offrono l'occasione per rivivere l'esperienza dei discepoli, nel momento in cui Gesù risorto entra una volta per sempre nel santuario del cielo (cfr Eb 9,12), mediatore e garante della perenne effusione dello Spirito.In tale contesto acquista particolare risalto la conclusione de1 Vangelo di Luca: «Alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio» (Lc 24,50-53

Riscopriamo questo ricco formulario che costituisce un vero e proprio "triduo" di preparazione alla solennità dell'Ascensione. Vi riporterò, giorno per giorno, i formulari tratti dal Benedizionale.


I. PER I GIORNI
PRIMA DELL' ASCENSIONE

 

1825. 
Queste celebrazioni si possono svolgere in forma di triduo  mercoledì, giovedì e venerdì  appartenendo il sabato pome­riggio già al giorno festivo.
Esse prevedono la benedizione alla città o al paese, alla campagna, alle acque (al mare o al lago o al fiume o a una sorgente o a una fonte). È opportuno che almeno una celebrazione si svolga con la processione verso il luogo stabilito o almeno fino al sagrato della chiesa.

  
Rito della benedizione


INIZIO
1826. 
Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il ministro dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R.
 Amen.
SALUTO


1827.
 Il ministro, se è sacerdote o diacono, saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di preferenza dalla Sacra Scrittura:
Dio, ricco di misericordia,
che ha fatto grandi cose per il suo popolo,

sia sempre con voi.

R. E con il tuo spirito.

o in un altro modo adatto.
_____________________________________________________
1828. Se invece il ministro è un laico, saluta i presenti dicendo:
Sia benedetto Dio, ricco di misericordia,
che ha fatto grandi cose per il suo popolo
.
R. Amen.
_____________________________________________________

MONIZIONE INTRODUTTIVA
1829. Il ministro, o un'altra persona idonea, introduce il rito di benedizione con queste parole o altre simili:
Prima di ascendere al cielo al termine della sua vita terrena, il Cristo risorto alzò le mani sui suoi discepoli e li benedisse. Anche oggi il Signore, vivente e operante nella Chiesa, ci benedice e ci associa alla sua preghiera di intercessione e di lode.
Per mezzo di lui salga al Padre l'umile ringraziamento per i doni pasquali e scenda su di noi e sulla creazione intera la rugiada delle sue benedizioni.


LETTURA DELLA PAROLA DI DIO


1830.
 
Un lettore o uno dei presenti legge uno dei seguenti testi della Sacra Scrittura.
Ef 4,7.16
Ascendendo in cielo ha distribuito doni agli uomini.


Ascoltate la parola di Dio
dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini

A ciascuno di noi è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo sta scritto: «Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini». Ma che significa la parola «ascese», se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose.
E’ lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo.
Questo affinché non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, secondo l'inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell'errore.

Al 
contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediantela collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità.


1831.
 Oppure (per esteso vedi a p944 ss. o per i Vangeli anche «Lezionario feriale» T.F., pp. 409, 412, 415).
Rm 8,10-13

Il Signore è ricco verso tutti quelli che lo invocano.
2 Cor 9,8-11
Dio farà crescere 
frutti della vostra giustizia.
Eb 9,24-28
Cristo si presenta al cospetto di Dio in nostro favore.
Gv 16,16-20
Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia.
Gv 16, 20-23
Nessuno vi potrà togliere la vostra gioia.


Gv 16,23-28 
 

Chiedete e otterrete.


RESPONSORIO


1832.
 
Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso vedi a p. 992 ss.) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 23 (24), 1-2 3-4b 5-6

R. 
Chi cerca il tuo volto, Signore, vedrà la salvezza
.
     Oppure:
 Alleluia.
Sal 46 (47),2-3 6-78-9

R.
 A te la gloria, o Dio, re dell'universo.  
     Oppure:
 Alleluia.

Sal 64 (65), 10a-d 10e-12 13-14

R. 
Benedici la terra, Signore, e l'opera delle nostre mani.   

     Oppure:
 Alleluia.
Sal 66 (67), 2-3 5 7-8

R.
 Benedetto il ,Signore, che ci dona ogni bene. 
     
Oppure: Alleluia.
Sal 67 (68), 5.6 19ab.20 21.27 29.33
R. Cantate a Dio, inneggiate al suo nome.
     
Oppure: Alleluia.

BREVE ESORTAZIONE
1833. Secondo l'opportunità il ministro rivolge brevi parole ai presenti illustrando la lettura biblica, perché percepiscano il significato della celebrazione.

Breve silenzio.


PROCESSIONE E PREGHIERA DI BENEDIZIONE


1834.
 Segue il canto della litanie dei santi (vedi nn. 2512-2521 o nn. 2542-2543).
Iniziate le litanie, dopo le suppliche a Dio o nel momento ritenuto più opportuno, inizia la processione secondo le usanze locali.
Giunti al luogo stabilito, quando tutti si sono riuniti, se del caso, si interrompono le litanie, e un cantore propone le invocazioni e le suppliche riportate per ogni giorno o altre adatte.
Quindi il ministro dice la preghiera di benedizione come indicato più avanti.
1835. Al ritorno della processione si concludono le litanie o si può riprendere il cantico dei tre fanciulli o un altro canto adatto.

Primo giorno
BENEDIZIONE A UNA CITTÀ O A UN PAESE

PER LE LITANIE DEI SANTI


1840.
 Prima della preghiera di benedizione è opportuno che un cantore o uno dei presenti proponga le invocazioni o le suppliche seguenti o altre simili.

INVOCAZIONI

Da ogni male                                                       salvaci, Signore
Dal flagello del terremoto
e dalle tempeste                                                  salvaci, Signore

Dalla discordia, dalla violenza ,

e da ogni ingiustizia
                                          salvaci, Signore

SUPPLICHE

Donaci i frutti della terra e del lavoro           ascoltaci, Signore

Sii presente in ogni casa

e in ogni famiglia                                             ascoltaci, Signore


Benedici questa città 
[questo paese]   
e dona a tutti i suoi abitanti  

saggezza, prosperità e salute
                          ascoltaci, Signore


Gesù, Figlio del Dio vivente,      Gesù, Figlio del Dio vivente,
ascolta la nostra supplica                    ascolta la nostra supplica

PREGHIERA DI BENEDIZIONE

1841.
 Il ministro, con le braccia allargate se sacerdote o diacono, con le mani giunte se laico, pronuncia la preghiera di benedizione.


1842.
 ALLA CITTÀ
Noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie,
Dio di provvidenza infinita,
per i grandi segni del tuo amore
profusi nel corso dei secoli
sulle generazioni umane
che hanno edificato questa nostra casa comune.

Tu hai posto in Cristo, tuo Figlio,
la pietra angolare che unisce tutti gli uomini
e la pietra fondamentale,
da cui ogni struttura trae stabilità e consistenza.

Guarda benigno la nostra
 N. 
[nome della città]:
a te sono noti i suoi peccati e le sue virtù,

le sue ricchezze e le sue miserie,
i suoi gesti di bontà e le sue debolezze,
ma la tua provvidenza è più grande
dei nostri stessi abbandoni.
Non privarci del tuo aiuto, o Padre:
veglia sulle case e sulle famiglie,
sui quartieri e sulle comunità,
sui seggi e sulle cattedre,
sulle scuole, sugli ospedali,
sulle officine, sui cantieri
e sulle molteplici espressioni
della operosità quotidiana.
Assisti i giovani, i poveri, gli emarginati,
che cercano uno spazio di vita e di speranza.
Fa' che non si estingua nelle nuove generazioni
la fede trasmessa dai padri;
resti vivo e coerente
il senso dell'onestà e della generosità,
la concordia operosa,
l'attenzione ai piccoli, agli anziani e agli ammalati,
la premurosa apertura verso l'umanità
che in ogni parte del mondo soffre, lotta e spera
per un avvenire di giustizia e di pace.

Intercedano per noi la Vergine Madre

[invocata sotto il titolo di...
i protomartiri
 N. e  N.
],
i santi patroni 
N. e N.
e tutti i testimoni del Vangelo

i cui nomi sono nel libro della vita.

Risplenda il tuo volto, o Padre,
sulla nostra Chiesa e sulla nostra città,

e la tua benedizione ci accompagni nel cammino
 del tempo

verso la patria futura.

Per Cristo nostro avvocato e mediatore,
che ascende accanto a te nella gloria,
e vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.

1843.
 AL PAESE
Noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie,
Dio di provvidenza infinita,
per i grandi segni del tuo amore
profusi nel corso dei secoli
sulle generazioni umane
che hanno edificato questa nostra casa comune.

Tu hai posto in Cristo, tuo Figlio,
la pietra angolare che unisce tutti gli uomini
e la pietra fondamentale,
da cui ogni struttura trae stabilità e consistenza.

Guarda benigno la terra di 
N.:
tu conosci le vicende tristi e liete del nostro passato,
le gioie e le angosce del momento presente,
i progetti e le speranze per l'avvenire.
Non ci venga mai a mancare il tuo aiuto, o Padre:
proteggi le case, le famiglie,
le scuole, le officine,
i luoghi di ospitalità e di assistenza
e ogni ambiente di vita e di lavoro.
Circonda del tuo amore i cittadini
qui residenti o emigrati in altre regioni;

fa' che non si estingua nelle nuove generazioni
la fede trasmessa dai padri;
resti vivo e coerente
il senso dell'onestà e della generosità,
la concordia operosa,
l'attenzione ai piccoli, agli anziani e ai sofferenti,
l'apertura verso l'umanità
che in ogni parte del mondo soffre, lotta e spera
per un avvenire di giustizia e di pace.

Intercedano per noi la Vergine Maria

[
invocata sotto il titolo di ...]
san 
N. nostro patrono

e tutti i testimoni del Vangelo
i cui nomi sono nel libro della vita.
Risplenda il tuo volto, o Padre,
sulla comunità di fede e sulla sociètà civile,
e la tua benedizione ci accompagni nel cammino del tempo
verso la patria futura.

Per Cristo nostro avvocato e mediatore,
che ascende accanto a te nella gloria,
e vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
1844. Quindi il ministro può aspergere i presenti e il luogo (o verso il luogo) dicendo queste parole o altre simili:
Ravviva in noi, Signore,
nel segno di questa santa aspersione
il ricordo delle nostre origini dall'acqua e dallo Spirito,
nell'attesa dei cieli nuovi e della terra nuova.

CONCLUSIONE
1836.
 Giunti in chiesa, il ministro, terminato il canto, introduce la preghiera del Signore con queste parole o altre simili:
Uniamo le nostre voci e i nostri cuori nella preghiera filiale
che Gesù ha insegnato
e la Chiesa ci ha trasmesso nel giorno del Battesimo:

Padre nostro.

ORAZIONE SUL POPOLO
1837. Il ministro, se sacerdote o diacono, stendendo le mani sui presenti dice:
Dona prosperità e pace ai tuoi fedeli, Signore,
con l'abbondanza dei tuoi favori,
perché da te benedetti benedicano il tuo nome
ed esultanti ti lodino senza fine.

Per Cristo nostro Signore.


R.
 Amen.

E
 
la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio
 
X e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.

R. Amen.
_____________________________________________________


1838.
 Se invece il ministro è un laico, facendosi il segno della croce, dice:
Dio Padre e Figlio e Spirito Santo,
che ci ha manifestato
la grandezza della sua misericordia,
ci benedica e ci protegga sempre.

_____________________________________________________


1839.
 Un canto corale può chiudere la celebrazione.


lunedì 3 febbraio 2014

San Biagio, benedizione della gola.


Oggi è San Biagio, il Vescovo e Martire protettore della gola, una festa tanto cara alla pietà popolare per via della benedizione del pane e della gola.

La benedizione si impartisce al temine della Messa o in una celebrazione adatta, con due candele benedette nella festa della Presentazione al Tempio, legate insieme da un nastro rosso a forna di X. Il sacerdote, rivestito dei sacri paramenti, si porta presso i fedeli, poggia le candele sotto il mento e pronuncia la formula di benedizione, quindi traccia un segno di croce sul fedele.

Qui di seguito il formulario tratto dal Benedizionale (nn.1928-1945) per una celebrazione liturgica della benedizione.

INIZIO
1928. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il ministro dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.

SALUTO
1929. Il ministro, saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di preferenza dalla Sacra Scrittura:
Dio, autore della vita
e dispensatore di ogni bene,
sia con tutti voi.

R.
 E con il tuo spirito.  
o in un altro modo adatto.

MONIZIONE INTRODUTTIVA

1930. 
Il ministro, o un'altra persona idonea, introduce il rito di benedizione con queste parole o altre simili:
Dio, nostro Padre, non abbandona i suoi figli e invita tutti a pregare e operare, perché in ogni situazione non manchi mai la fiducia nella sua provvidenza e i
senso cristiano della speranza.

LETTURA DELLA PAROLA DI DIO


1931. 
Un lettore o uno dei presenti legge uno dei seguenti testi della Sacra Scrittura o un altro particolarmente adatto alla circostanza.
Lc 11,5-13
Chiedete e vi sarà dato.
Ascoltate la parola del Signore dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a
 chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? Se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!».

1932.
 
Oppure (per esteso vedi a p. 914 ss.):

Is 40, 28-31

Quanti sperano nel Signore riacquistano forza.


Is 63,16-17; 64,3-4.6-7

Tu, Signore, sei nostro padre.


Rm 7,18-25

Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?


Rm 8,31-35.37-39

Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?


2 Cor 12,7-10

Ti basta la mia grazia.


Ap 21,1-7

Non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno.
Mt 11,25-30
Venite a me, voi tutti che siete affaticati.


Mc 4,35-41

Perché siete paurosi? Non avete ancora fede.



RESPONSORIO


1933. 
Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso vedi a p. 993 ss.) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 24 (25), 1-3 4-5 8-9R. Chi spera in te, Signore, non resta deluso.
Sal 33 (34), 2-3 4-5 6-7 10-11
R. Il Signore è con noi nell' ora della prova.
Sal 54 (55), 5-6 13 14-15 17-18 23
R. Mi affido al Signore: mai sarò deluso.
Sal 102 (103), 1-2 3-4 11-12 13-14 17-18
  R. Il Signore ha pietà del suo popolo.

BREVE ESORTAZIONE
1934. Secondo l'opportunità, il ministro rivolge brevi parole ai presenti, illustrando la lettura biblica, perché percepiscano il significato della celebrazione.
Breve silenzio.

PREGHIERA DEI FEDELI

1935. 
Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di persone o necessità del momento.


P
reghiamo Dio onnipotente, perché ci sostenga e ci illumini nella salute e nella malattia, nella gioia e nel dolore e in ogni momento della nostra quotidiana fatica.


R.
 Dio, fonte di consolazione, ascoltaci.

Per tutti i figli di Dio che godono buona salute,
perché facciano un uso saggio e generoso
di questo prezioso dono, preghiamo. 
R.
Per quanti vivono nella trepidazione
e nell'incertezza del futuro,
perché acquistino coraggio e fiducia, preghiamo. 
R.
Per i deboli e i malati,
perché ricuperino vigore e salute, preghiamo. 
R.

Per i fanciulli, i giovani, gli anziani gravemente infermi,
perché avvertano accanto a sé la presenza di Cristo,
medico e fratello nel dolore, preghiamo. 
R.
Per tutti quelli che si dedicano al servizio dei malati,
perché siano efficaci collaboratori
della scienza e della Provvidenza, preghiamo. 
R.
Per noi qui presenti,
perché il Signore ci dia un segno
della sua misericordia, preghiamo. 
R.
_____________________________________________________

1936. Quando si omettono le in vocazioni sopra indicate, prima della formula di benedizione, il ministro dice:

P
reghiamo.


Tutti pregano per qualche momento in silenzio
.

_____________________________________________________


Segue la preghiera del Signore:

Padre nostro.



PREGHIERA DI BENEDIZIONE


1937. 
Il ministro, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
Noi ti rendiamo grazie, Dio onnipotente,
che hai creato l'uomo per la gioia e la vita immortale,
e con l'opera redentrice del tuo Figlio
lo hai liberato dalla schiavitù del peccato,

radice di ogni male.

Tu ci doni la certezza
che un giorno sarà asciugata ogni lacrima
e ricompensata ogni fatica sostenuta per tuo amore.

Benedici i tuoi figli,
che nella piena adesione alla tua volontà

ti invocano mediante l'intercessione di San Biagio,

perché,
liberati dal male di gola,

e confermati dalla grazia del tuo Spirito,
glorifichino in parole e opere il tuo santo nome.

Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1938. 
Quindi il ministro, secondo le consuetudini locali, traccia un segno di croce sui presenti (cfr n. 1592
) pronunciando la formula seguente:
Il Signore misericordioso,
per intercessione di San Biagio

[
, nostro patrono],
vi conceda la salute del corpo e la consolazione dello spirito.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio 
X e
 Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.

1939. 
I fedeli poi si possono portare vicino all' altare; il ministro si avvicina a ciascuno con la reliquia (cfr n. 1592
) o un altro segno di benedizione,  ad es. per san Biagio mette due candele in forma di croce sotto il mento alla gola di ciascuno secondo le consuetudini locali.

1940. 
Nel frattempo si può eseguire un canto corale adatto.

 
2. Rito della benedizione unito alla Messa
nel giorno della festa

1941. Per la Messa si usa il formulario della festa o della memo­ria con le letture proprie o del Comune indicate nel Lezionario dei Santi.

1942. 
La Preghiera dei fedeli si svolge come di consueto. È opportuno inserirvi alcune invocazioni tra quelle indicate al n.1935 
o altre simili.


PREGHIERA DI BENEDIZIONE


1943. 
Terminata l'orazione dopo la Comunione, il sacerdote celebrante invita i presenti a lodare e invocare il Signore con una particolare preghiera di benedizione. Quindi tenendo le mani stese sul popolo dice:
Noi ti rendiamo grazie, Dio onnipotente,
che hai creato l'uomo per la gioia e la vita immortale,
e con l'opera redentrice del tuo Figlio
lo hai liberato dalla schiavitù del peccato,
radice di ogni male.

Tu ci doni la certezza
che un giorno sarà asciugata ogni lacrima
e ricompensata ogni fatica sostenuta per tuo amore.

Benedici i tuoi figli,
che nella piena adesione alla tua volontà
ti invocano mediante l'intercessione di San Biagio,

perché, preservati 
dal male di gola,
e confermati nella grazia del tuo Spirito,
glorifichino in parole e opere il tuo santo nome.

Per Cristo nostro Signore.

R.
 Amen.
Quindi prosegue dicendo:

E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio 
X e
 Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.


1944. I fedeli poi si possono portare vicino all'altare; il ministro si avvicina a ciascuno con la reliquia (cfr n. 1592) o un altro segno di benedizione (cfr n. 1939) secondo le consuetudini locali, pronunciando, se del caso, queste parole o altre simili: 

Il Signore misericordioso,
per intercessione di San Biagio,

nostro patrono],
ti conceda la salute del corpo e la consolazione dello spirito.

R. Amen.

1945. 
Nel frattempo si può eseguire un canto corale adatto.

mercoledì 22 gennaio 2014

Il blog ritorna attivo !


Carissimi lettori, come avrete notato, questo blog ha conosciuto un lungo periodo di inattività, infatti l'ultimo post risale al 13 marzo scorso e si riferisce alla elezione di Papa Francesco.

L'inattività prolungata è stata soprattutto dovuta alla notizia delle dimissioni del grande liturgo dei nostri tempi, Papa Benedetto XVI.

Mi sono accorto, però, che nonostante la mancata pubblicazione di nuovi post, le statistiche continuavano a registrare diverse visite giornaliere, così, trovata nuova linfa e nuovo vigore nel magistero e nei gesti di Papa Francesco, ricominciamo un nuovo cammino di approfondimento dell'immenso tesoro liturgico della Chiesa e del suo Magistero.

Grazie a tutti quanti hanno continuato a seguire il blog e a quanti lo continueranno a seguire.

mercoledì 13 marzo 2013

Oremus pro Pontifice nostro Francisco




Oremus pro Pontifice nostro Francisco,
Dominus conservet eum et vivificet eum 
et beatum faciat eum in terra, et non tradat eum 
in amimam inimicorum eius.

Habemus papam !