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mercoledì 28 maggio 2014

Rogazioni per i giorni prima dell'Ascensione


Le Rogazioni, per molti secoli, sono state occasioni solenni per tutto il popolo di Dio che invocava il suo Signore, oggi, giacciono dimenticate in un angolo del Benedizionale, eppure la riforma liturgica le ha adattate alle mutate esigenze del mondo contemporaneo, ne ha arricchito notevolmente i formulari e i gesti. 
I giorni che precedono la solennità dell'Ascensione, in particolare, vedono un formulario ad hoc per le Rogazioni, come il Cristo, ascendendo al cielo, teneva le mani alzate benedicendo, il sacerdote, nei tre giorni che precedono la solennità (mercoledì, giovedì e venerdì dove viene celebrata di Domenica) benedice, rispettivamente, la città, la campagna, una fonte d'acqua o un lago o un fiume o una fontana.

1821. Le rogazioni prima dell'Ascensione ci offrono l'occasione per rivivere l'esperienza dei discepoli, nel momento in cui Gesù risorto entra una volta per sempre nel santuario del cielo (cfr Eb 9,12), mediatore e garante della perenne effusione dello Spirito.In tale contesto acquista particolare risalto la conclusione de1 Vangelo di Luca: «Alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio» (Lc 24,50-53

Riscopriamo questo ricco formulario che costituisce un vero e proprio "triduo" di preparazione alla solennità dell'Ascensione. Vi riporterò, giorno per giorno, i formulari tratti dal Benedizionale.


I. PER I GIORNI
PRIMA DELL' ASCENSIONE

 

1825. 
Queste celebrazioni si possono svolgere in forma di triduo  mercoledì, giovedì e venerdì  appartenendo il sabato pome­riggio già al giorno festivo.
Esse prevedono la benedizione alla città o al paese, alla campagna, alle acque (al mare o al lago o al fiume o a una sorgente o a una fonte). È opportuno che almeno una celebrazione si svolga con la processione verso il luogo stabilito o almeno fino al sagrato della chiesa.

  
Rito della benedizione


INIZIO
1826. 
Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il ministro dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R.
 Amen.
SALUTO


1827.
 Il ministro, se è sacerdote o diacono, saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di preferenza dalla Sacra Scrittura:
Dio, ricco di misericordia,
che ha fatto grandi cose per il suo popolo,

sia sempre con voi.

R. E con il tuo spirito.

o in un altro modo adatto.
_____________________________________________________
1828. Se invece il ministro è un laico, saluta i presenti dicendo:
Sia benedetto Dio, ricco di misericordia,
che ha fatto grandi cose per il suo popolo
.
R. Amen.
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MONIZIONE INTRODUTTIVA
1829. Il ministro, o un'altra persona idonea, introduce il rito di benedizione con queste parole o altre simili:
Prima di ascendere al cielo al termine della sua vita terrena, il Cristo risorto alzò le mani sui suoi discepoli e li benedisse. Anche oggi il Signore, vivente e operante nella Chiesa, ci benedice e ci associa alla sua preghiera di intercessione e di lode.
Per mezzo di lui salga al Padre l'umile ringraziamento per i doni pasquali e scenda su di noi e sulla creazione intera la rugiada delle sue benedizioni.


LETTURA DELLA PAROLA DI DIO


1830.
 
Un lettore o uno dei presenti legge uno dei seguenti testi della Sacra Scrittura.
Ef 4,7.16
Ascendendo in cielo ha distribuito doni agli uomini.


Ascoltate la parola di Dio
dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini

A ciascuno di noi è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo sta scritto: «Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini». Ma che significa la parola «ascese», se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose.
E’ lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo.
Questo affinché non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, secondo l'inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell'errore.

Al 
contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediantela collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità.


1831.
 Oppure (per esteso vedi a p944 ss. o per i Vangeli anche «Lezionario feriale» T.F., pp. 409, 412, 415).
Rm 8,10-13

Il Signore è ricco verso tutti quelli che lo invocano.
2 Cor 9,8-11
Dio farà crescere 
frutti della vostra giustizia.
Eb 9,24-28
Cristo si presenta al cospetto di Dio in nostro favore.
Gv 16,16-20
Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia.
Gv 16, 20-23
Nessuno vi potrà togliere la vostra gioia.


Gv 16,23-28 
 

Chiedete e otterrete.


RESPONSORIO


1832.
 
Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso vedi a p. 992 ss.) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 23 (24), 1-2 3-4b 5-6

R. 
Chi cerca il tuo volto, Signore, vedrà la salvezza
.
     Oppure:
 Alleluia.
Sal 46 (47),2-3 6-78-9

R.
 A te la gloria, o Dio, re dell'universo.  
     Oppure:
 Alleluia.

Sal 64 (65), 10a-d 10e-12 13-14

R. 
Benedici la terra, Signore, e l'opera delle nostre mani.   

     Oppure:
 Alleluia.
Sal 66 (67), 2-3 5 7-8

R.
 Benedetto il ,Signore, che ci dona ogni bene. 
     
Oppure: Alleluia.
Sal 67 (68), 5.6 19ab.20 21.27 29.33
R. Cantate a Dio, inneggiate al suo nome.
     
Oppure: Alleluia.

BREVE ESORTAZIONE
1833. Secondo l'opportunità il ministro rivolge brevi parole ai presenti illustrando la lettura biblica, perché percepiscano il significato della celebrazione.

Breve silenzio.


PROCESSIONE E PREGHIERA DI BENEDIZIONE


1834.
 Segue il canto della litanie dei santi (vedi nn. 2512-2521 o nn. 2542-2543).
Iniziate le litanie, dopo le suppliche a Dio o nel momento ritenuto più opportuno, inizia la processione secondo le usanze locali.
Giunti al luogo stabilito, quando tutti si sono riuniti, se del caso, si interrompono le litanie, e un cantore propone le invocazioni e le suppliche riportate per ogni giorno o altre adatte.
Quindi il ministro dice la preghiera di benedizione come indicato più avanti.
1835. Al ritorno della processione si concludono le litanie o si può riprendere il cantico dei tre fanciulli o un altro canto adatto.

Primo giorno
BENEDIZIONE A UNA CITTÀ O A UN PAESE

PER LE LITANIE DEI SANTI


1840.
 Prima della preghiera di benedizione è opportuno che un cantore o uno dei presenti proponga le invocazioni o le suppliche seguenti o altre simili.

INVOCAZIONI

Da ogni male                                                       salvaci, Signore
Dal flagello del terremoto
e dalle tempeste                                                  salvaci, Signore

Dalla discordia, dalla violenza ,

e da ogni ingiustizia
                                          salvaci, Signore

SUPPLICHE

Donaci i frutti della terra e del lavoro           ascoltaci, Signore

Sii presente in ogni casa

e in ogni famiglia                                             ascoltaci, Signore


Benedici questa città 
[questo paese]   
e dona a tutti i suoi abitanti  

saggezza, prosperità e salute
                          ascoltaci, Signore


Gesù, Figlio del Dio vivente,      Gesù, Figlio del Dio vivente,
ascolta la nostra supplica                    ascolta la nostra supplica

PREGHIERA DI BENEDIZIONE

1841.
 Il ministro, con le braccia allargate se sacerdote o diacono, con le mani giunte se laico, pronuncia la preghiera di benedizione.


1842.
 ALLA CITTÀ
Noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie,
Dio di provvidenza infinita,
per i grandi segni del tuo amore
profusi nel corso dei secoli
sulle generazioni umane
che hanno edificato questa nostra casa comune.

Tu hai posto in Cristo, tuo Figlio,
la pietra angolare che unisce tutti gli uomini
e la pietra fondamentale,
da cui ogni struttura trae stabilità e consistenza.

Guarda benigno la nostra
 N. 
[nome della città]:
a te sono noti i suoi peccati e le sue virtù,

le sue ricchezze e le sue miserie,
i suoi gesti di bontà e le sue debolezze,
ma la tua provvidenza è più grande
dei nostri stessi abbandoni.
Non privarci del tuo aiuto, o Padre:
veglia sulle case e sulle famiglie,
sui quartieri e sulle comunità,
sui seggi e sulle cattedre,
sulle scuole, sugli ospedali,
sulle officine, sui cantieri
e sulle molteplici espressioni
della operosità quotidiana.
Assisti i giovani, i poveri, gli emarginati,
che cercano uno spazio di vita e di speranza.
Fa' che non si estingua nelle nuove generazioni
la fede trasmessa dai padri;
resti vivo e coerente
il senso dell'onestà e della generosità,
la concordia operosa,
l'attenzione ai piccoli, agli anziani e agli ammalati,
la premurosa apertura verso l'umanità
che in ogni parte del mondo soffre, lotta e spera
per un avvenire di giustizia e di pace.

Intercedano per noi la Vergine Madre

[invocata sotto il titolo di...
i protomartiri
 N. e  N.
],
i santi patroni 
N. e N.
e tutti i testimoni del Vangelo

i cui nomi sono nel libro della vita.

Risplenda il tuo volto, o Padre,
sulla nostra Chiesa e sulla nostra città,

e la tua benedizione ci accompagni nel cammino
 del tempo

verso la patria futura.

Per Cristo nostro avvocato e mediatore,
che ascende accanto a te nella gloria,
e vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.

1843.
 AL PAESE
Noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie,
Dio di provvidenza infinita,
per i grandi segni del tuo amore
profusi nel corso dei secoli
sulle generazioni umane
che hanno edificato questa nostra casa comune.

Tu hai posto in Cristo, tuo Figlio,
la pietra angolare che unisce tutti gli uomini
e la pietra fondamentale,
da cui ogni struttura trae stabilità e consistenza.

Guarda benigno la terra di 
N.:
tu conosci le vicende tristi e liete del nostro passato,
le gioie e le angosce del momento presente,
i progetti e le speranze per l'avvenire.
Non ci venga mai a mancare il tuo aiuto, o Padre:
proteggi le case, le famiglie,
le scuole, le officine,
i luoghi di ospitalità e di assistenza
e ogni ambiente di vita e di lavoro.
Circonda del tuo amore i cittadini
qui residenti o emigrati in altre regioni;

fa' che non si estingua nelle nuove generazioni
la fede trasmessa dai padri;
resti vivo e coerente
il senso dell'onestà e della generosità,
la concordia operosa,
l'attenzione ai piccoli, agli anziani e ai sofferenti,
l'apertura verso l'umanità
che in ogni parte del mondo soffre, lotta e spera
per un avvenire di giustizia e di pace.

Intercedano per noi la Vergine Maria

[
invocata sotto il titolo di ...]
san 
N. nostro patrono

e tutti i testimoni del Vangelo
i cui nomi sono nel libro della vita.
Risplenda il tuo volto, o Padre,
sulla comunità di fede e sulla sociètà civile,
e la tua benedizione ci accompagni nel cammino del tempo
verso la patria futura.

Per Cristo nostro avvocato e mediatore,
che ascende accanto a te nella gloria,
e vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
1844. Quindi il ministro può aspergere i presenti e il luogo (o verso il luogo) dicendo queste parole o altre simili:
Ravviva in noi, Signore,
nel segno di questa santa aspersione
il ricordo delle nostre origini dall'acqua e dallo Spirito,
nell'attesa dei cieli nuovi e della terra nuova.

CONCLUSIONE
1836.
 Giunti in chiesa, il ministro, terminato il canto, introduce la preghiera del Signore con queste parole o altre simili:
Uniamo le nostre voci e i nostri cuori nella preghiera filiale
che Gesù ha insegnato
e la Chiesa ci ha trasmesso nel giorno del Battesimo:

Padre nostro.

ORAZIONE SUL POPOLO
1837. Il ministro, se sacerdote o diacono, stendendo le mani sui presenti dice:
Dona prosperità e pace ai tuoi fedeli, Signore,
con l'abbondanza dei tuoi favori,
perché da te benedetti benedicano il tuo nome
ed esultanti ti lodino senza fine.

Per Cristo nostro Signore.


R.
 Amen.

E
 
la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio
 
X e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.

R. Amen.
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1838.
 Se invece il ministro è un laico, facendosi il segno della croce, dice:
Dio Padre e Figlio e Spirito Santo,
che ci ha manifestato
la grandezza della sua misericordia,
ci benedica e ci protegga sempre.

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1839.
 Un canto corale può chiudere la celebrazione.