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giovedì 20 dicembre 2012

Kalenda in italiano con melodia gregoriana


Salve a tutti cari lettori, oggi vi propongo una vera perla, frutto di alcuni miei studi e sperimenti ampiamente testati. Si tratta dello spartito della Kalenda,  il testo del Martirologio Romano che, giustamente, si sta diffondendo in tutta Italia, nella veglia che precede la Messa della notte di Natale, sia al termine dell'Ufficio delle Letture che al termine di veglie composte da canti, preghiere e letture.

Da diversi anni ne è stato introdotto il canto nella Messa celebrata dal papa a San Pietro, inizialmente era posta dopo il saluto liturgico, adesso è stata posta a coronamento della veglia che precede la Santa Messa.

Il Martirologio Romano tradotto in italiano riporta una bella melodia ma, la melodia gregoriana è impareggiabile, ecco perchè ho curato questo adattamento della melodia gregoriana alla traduzione ufficiale della CEI. Sì, sottolineo "ufficiale" perchè leggendo le varie traduzioni offerte da sussidi vari, veglie di varie parrocchie, siti, ecc., mi sono accorto che, spesso, la traduzione si discosta dal testo del Martirologio Romano.

Ringrazio l'accolito ambrosiano Andrea Bagattini per aver curato particolarmente la veste grafica. Vi faccio questo dono sperando che l'antica melodia possa risuonare nelle varie parrocchie della nostra Italia, magari dalle labbra di bravi diaconi, ma anche di cantori che, mediante questo testo che inserisce la storia della Salvezza nella storia degli uomini, possano elevare gli animi dei fedeli e far sperimentare la grandezza del mistero che ci apprestiamo a celebrare.

Vi posto il video con l'adattamento e il video della Kalenda in latino cantata in Vaticano.

Trascorsi molti secoli dalla creazione del mondo, quando in principio Dio creò il cielo e la terra e plasmò l’uomo a sua immagine;
e molti secoli da quando, dopo il diluvio, l’Altissimo aveva fatto risplendere tra le nubi l’arcobaleno, segno di alleanza e di pace;
ventuno secoli dopo che Abramo, nostro padre nella fede, migrò dalla terra di Ur dei Cadeli; tredici secoli dopo l’uscita del popolo d'Israele dall’Egitto sotto la guida di Mosè; circa mille anni dopo l’unzione regale di Davide;
nella sessantacinquesima settimana secondo la profezia di Daniele;
all’epoca della centonovantaquattresima Olimpiade;
nell’anno 752 dalla fondazione di Roma;
nel quarantaduesimo anno dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto;
mentre su tutta la terra regnava la pace, Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre, volendo santificare il mondo con la sua piissima venuta,  concepito per opera dello Spirito Santo, trascorsi nove mesi, nasce in Betlemme di Giuda dalla Vergine Maria, fatto uomo: Natale di nostro Signore Gesù Cristo secondo la carne.



E qui il video dell'adattamento:


Quanti desiderassero lo spartito di questo adattamento in notazione moderna potranno richiederlo via e-mail al seguente indirizzo: giancarlocigala@hotmail.it

Qui il testo della Kalenda in latino e il video dell'esecuzione in Vaticano:

Octavo Kalendas Ianuarii, Luna....

Innumeris transactis saeculis a creatione mundi, quando in principio Deus creavit caelum et terram, et hominem formavit ad imaginem suam;
permultis etiam saeculis ex quo post diluvium Altissimus in nubibus arcum posuerat signum foederis et pacis;
a migratione Abrahae, patris nostri in fide, de Ur Chaldaeorum saeculo vigesimo primo;
ab egressu populi Israël de Aegypto, Moyse duce, saeculo decimo tertio;
ab unctione David in regem anno circiter millesimo;
hebdomada sexagesima quinta iuxta Danielis prophetiam;
Olympiade centesima nonagesima quinta;
ab Urbe condita anno septingentesimo quinquagesimo secundo;
anno imperii Caesaris Octaviani Augusti quadragesimo secundo,
toto orbe in pace composito, Iesus Christus, aeternus Deus aeternique Patris Filius, mundum volens adventu suo piissimo consecrare, de Spiritu Sancto conceptus novemque post conceptionem decursis mensibus in Bethlehem Iudae nascitur ex Maria Virgine factus homo.
Nativitas Domini nostri Iesu Christi secundum carnem!


Qui trovate lo spartito della Kalenda in latino:http://media.musicasacra.com/pdf/kalenda2009.pdf

E qui il video del canto della Kalenda nella basilica vaticana:




Auguro a tutti un felice, sereno e Santo Natale del Signore.

martedì 11 dicembre 2012

Santa Lucia, Passio


Ecco la Passio di Santa Lucia, tratta dall'antico codice greco Papadopulo.

Mons. Lancia di Brolo nella sua "Storia della Chiesa in Sicilia" afferma che il Codice Papadopulo contiene gli Atti di S. Lucia senza errori ed incoerenze e presenta l'interrogatorio del Preside e le risposte delle Santa in tutta la loro semplicità e sublime bellezza, conformi a tutto quanto gli antichi Padri ricordano di S. Lucia; sicché si può ritenere siano stati composti sopra gli atti proconsolari subito dopo il martirio e sulle deposizioni delle persone che ne furono testimoni. "A mio parere" afferma il Lancia di Brolo "gli Atti di S. Lucia sono uno dei più bei testimoni della nostra storia". ( Da:http://www.basilicasantalucia.com/SLuciaCodicePapadopulo.aspx)

Ecco la Passio:

"Essendosi propagata per tutta la Provincia (di Sicilia) la fama della gloriosa ed invitta martire S. Agata, a causa dei miracoli da Lei operati, anche la Cittadinanza di Siracusa si recò nel sacro tempio della Martire per pregare. Tra gli altri Lucia, preclara fanciulla della città di Siracusa, venne nel tempio nel giorno della festività di S. Agata insieme con la madre di nome Eutichia, la quale soffriva da quarant'anni di un flusso di sangue, sebbene avesse fatto spese, dirò quasi, immense per i medici, senza conseguire alcun lenimento al suo male.
Avvenne intanto che esse nell'udire l'episodio evangelico dell'emorroissa, la quale aveva conseguito la guarigione al semplice tocco del lembo della veste del Signore, Lucia, rivoltasi alla madre, le disse: "Madre, se presterai fede alle cose che sono state lette crederai anche che Agata, la quale ha patito per Cristo, abbia libero e confidente l'accesso al Suo tribunale. Tocca dunque fiduciosa il sepolcro di Lei, se vuoi, e sarai risanata".
Terminati i sacri misteri e ritiratasi tutti, esse, avvicinatesi al sepolcro si prostrarono, pregando la Martire tra le lacrime.
Mentre stavano lungamente a pregare, Lucia fu presa da un sonno profondo, e vide S. Agata tra schiere di Angeli splendidissimamente ornata, che dicevale: "Lucia, sorella mia e Vergine del Signore, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi concedere? La tua fede è stata di grande giovamento a tua madre, essa è già guarita. E come per me è ricolma di grazie la città di Catania, così per te sarà preservata la città di Siracusa, perché il Signore Nostro Gesù Cristo ha gradito che tu abbia serbato illibata la tua verginità".
Ciò udito S. Lucia rinvenne dal sonno.
Quindi alzandosi disse con grande emozione a sua madre: "Madre mia, per grazia di Cristo e della sua Martire, ecco tu sei guarita ed è stata esaudita la tua prece; or questo solo ti chiedo, che tu non mi parli più di sposo, né volere da me caduchi frutti; tutto ciò che ti eri proposta di darmi in dote perché io andassi sposa ad un uomo mortale, donalo a me perché possa tendere allo Sposo immortale; grandi ricompense promette a noi Cristo Nostro Signore".
A Lei la madre rispose "Lucia, figlia mia, tutte ed intere conservo le sostanze mie e di tuo padre, anzi le ho accresciute; però, se non ti rincresce prenderai possesso delle sostanze mie e di quelle di tuo padre dopo la mia morte e ne disporrai allora a tuo piacimento".
Lucia disse: "O madre, la tua proposta non torna pienamente gradita a Gesù; se infatti vuoi render grazie a lui, che tanto ti ha beneficato, offrirgli quanto saresti costretta a lasciare quando sarai morta. Dona a Cristo, mentre sei in vita, ciò che hai acquistato o che hai promesso di darmi".
Dette queste cose, Lucia ritornò a Siracusa, dove continuò ad insistere sul desiderio già manifestato.
Allora Pascasio, fatta prendere Santa Lucia, le ordinò di sacrificare agli dei.
Lucia gli disse: "Sacrificio puro presso Dio è il visitare le vedove, gli orfani, i pellegrini, gli afflitti e i bisognosi ed è da tre anni che offro tale sacrificio, erogando tutto il mio patrimonio; e poiché non è possibile sacrificare nell'aldilà, offro me stessa, ostia vivente a Dio, e faccia Egli della mia vita ciò che gli piace".
"Tutto ciò - disse Pascasio - vai a contarlo agli stolti come te, non a me che debbo eseguire gli ordini degli imperatori e perciò non posso prendere in considerazione simili fandonie".
Lucia disse: "Tu osservi i decreti degli imperatori così come io giorno e notte medito la legge del mio Dio; tu temi i loro ordini, io adoro il mio Dio; tu non vuoi loro resistere, né in alcun conto disubbidire, e come dunque potrei io dire o fare cosa contro il mio Dio? Tu cerchi di piacere a loro, io al mio Dio; fai tu dunque quel che credi dover fare, ed io opero secondo è grato all'animo mio".
Pascasio disse: "Tu hai dissipato le tue ricchezze fra i crapuloni e i dissoluti".
Lucia rispose: "Io ho messo al sicuro i miei beni e il mio corpo non ha tollerato l'impurità".
Pascasio soggiunse: "Tu sei la dissolutezza in persona".
Lucia rispose: "Siete voi che costituite la stessa disonestà, voi, di cui l'Apostolo dice: Corrompete le anime degli uomini per apostatare dal Dio vivente e servire al diavolo e agli angeli suoi, che sono in perdizione, voi, i quali anteponendo la caduca volontà ai beni eterni, venite esclusi dai gaudi sempiterni".
Pascasio disse: "Finiranno le parole quando verranno i fatti".
Lucia rispose: "Io sono una serva dell'Eterno Iddio ed Egli ha detto: Quando sarete condotti dinnanzi ai re ed ai principi non vi date pensiero del come o di ciò che dovete dire poiché non sarete voi che parlate ma lo Spirito santo è che parla in voi".
"Oh, dunque, tu credi - disse Pascasio - di avere lo Spirito Santo?".
Lucia rispose: "L'Apostolo ha detto: I casti sono tempio di Dio e lo Spirito Santo abita in essi".
Pascasio disse: "Ti farò condurre in un luogo infame e quando incomincerai a vivere nel disonore, cesserai di essere il tempio dello Spirito Santo".
Lucia disse: "Non viene deturpato il corpo se non dal consenso della mente; se metterai incenso nelle mie mani e con esse sacrificherai agli idoli, Dio sa in qual modo si offre, poiché Egli giudica la coscienza ed aborrisce dal violentatore della pudicizia come da una specie di ladro o di sanguinario. Che se tu ordini che io subisca violenza contro la mia volontà sarà duplicata la corona della mia castità".
Pascasio disse: "Se non ubbidirai alle leggi degli imperatori avrai crudelissimi tormenti".
Lucia rispose: "Giammai potrai smuovermi dal mio proposito e farmi acconsentire al peccato; ecco che il mio corpo è in tuo potere, pronto ad ogni tortura. Perché indugi? Comincia ad eseguire quello che vuole i diavolo, tuo padre".
Allora Pascasio, furioso, comanda ai lenoni di prenderla ed di adunare a vergogna di lei tutta plebaglia, affinché le fosse fatto oltraggio e morisse nel disonore. Ma quando si tentò di trascinarla verso il luogo infame, lo Spirito Santo le diede tale immobilità che nessuno riusciva a smuoverla dal sito in cui era.
Si aggiunse un gran numero di soldati, che la spingevano violentemente; anch'essi, sfiniti dal grave sforzo, venivano meno, mentre la Vergine di Cristo restava immobile. Indi le avvinghiarono delle funi alle mani ed ai piedi, e tutti insieme cominciarono a tirarla, ma essa stava ferma come un monte.
Allora l'Arconte cominciò ad infastidirsi e, convocati i maghi e i sacerdoti idolatri, comandò che scongiurassero gli dei per farla muovere; ma, accintisi, a nulla valsero.
Allora Pascasio comandò che la cospargessero di urina, stante che i sacerdoti andavano dicendo che certamente stava immobile per forza di sortilegi.
Indi ordinò che si aggiogassero dei buoi per trascinarla ma neanche ricorrendo a ciò riuscirono a smuovere la Vergine di Cristo, che lo Spirito Santo manteneva immobile.
Come avrebbero infatti potuto smuoverla le mani dei peccatori? Pascasio disse: "O Lucia quali sono le tue arti magiche?"
La Santa però rispose: "Queste non sono arti magiche, ma è la potenza di Dio".
Pascasio disse: "Come e perché, fanciulla come sei, neppur mille ti hanno potuto smuovere?"
Al che la Santa: "Anche quando ne aggiungerai altri mille sperimenteranno quello che disse lo Spirito Santo: Cadranno mille alla tua destra e diecimila alla tua sinistra, ma nessuno potrà accostarsi a te.
Si crucciava intanto l'insano, ricercando con qual supplizio potesse far perire la Vergine, la quale gli disse gridando: "Misero Pascasio, a che ti affliggi? Perché impallidisci? Perché, perché ti struggi per il furore nei pensieri? Ecco tu hai avuto la prova che io sono tempio di Dio, credi dunque in Lui?"
Quegli invece, udendo queste cose, diveniva più furibondo ed ecco comanda che fosse acceso un gran fuoco attorno a lei e che vi si gettassero pece, resina, olio e fascine, affinché fosse al più presto consumata la Vergine che pubblicamente li confondeva.
Ella però nel nome del Signore rimaneva immobile dicendo: "Io pregherò il Signor Nostro Gesù cristo affinché questo fuoco non mi molesti; io poi che ho fede nella croce di Cristo dimostrerò intanto a te che ho impetrato un prolungamento alla mia lotta, così farò vedere ai credenti in Cristo, la virtù del martirio e ai non credenti toglierò l'accecamento della loro superbia".
Allora gli amici dell'arconte spregiando queste parole, la condussero altrove per finirla con la spada. E S. Lucia, piegate le ginocchia, pregò alquanto e rivoltasi agli astanti disse: "Ecco, io annunzio a voi che sarà data la pace alla Chiesa di Dio. Diocleziano e Massimiano intanto decadranno dall'impero e, come la Città dei catanesi ha in venerazione S. Agata, così anche voi onorerete me per grazia del Signore Nostro Gesù Cristo osservando di cuore i suoi comandamento".
Dette queste cose, la decapitarono. Nello stesso luogo poi, dove, dove rese lo spirito, edificarono a Lei un tempio, nel quale i fedeli accorrono alle Sue reliquie, ottengono, per Sua intercessione, grazie e guarigioni dalle malattie, glorificando il Signor Nostro Gesù Cristo, al Quale sia onore e potenza nei secoli dei secoli. Così sia."

Tratto da:http://www.santaluciaonline.it/content/view/51/80/lang,it/

Santa Lucia, Secondi Vespri



Ecco i Secondi Vespri propri di Santa Lucia Vergine e Martire, patrona dell'Arcidiocesi di Messina-Lipari -Santa Lucia del Mela e della città di Siracusa, sua città natale.

La liturgia che vi viene proposta è tratta dal PROPRIO DELLE CHIESE DI SICILIA.


13 dicembre

Santa Lucia, Vergine e Martire

dal Proprio della Liturgia delle ore delle chiese di Sicilia
Solennità nell’Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela e nella città di Siracusa.
Festa in tutte le chiese di Sicilia.

Secondi Vespri

Inno come ai Primi Vespri


1 ant. Hai ascoltato, Signore, il grido della mia preghiera e mi hai salvata,
Tu che sei buono, giusto e misericordioso.

Salmi dal Comune di un martire o delle Vergini.

2 ant. Preziosa ai tuoi occhi, Signore, è la morte dei tuoi fedeli: hai spezzato le mie catene.

3 ant. O Cristo, Agnello immolato e risorto,
tu sei degno di ricevere onore e potenza nell'assemblea gloriosa dei santi.

LETTURA BREVE Pt 4,13-14
Carissimi, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi, perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi.

RESPONSORIO BREVE
Il vincitore sarà vestito di bianche vesti; * non cancellerò il suo nome dal libro della vita.
Il vincitore sarà vestito di bianche vesti; non cancellerò il suo nome dal libro della vita.
Lo riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli.
Non cancellerò il suo nome dal libro della vita.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Il vincitore sarà vestito di bianche vesti; non cancellerò il suo nome dal libro della vita.

Ant. al Magn.
Lucia sposa di Cristo, con la tua perseveranza hai guadagnato la vita;
a prezzo del tuo sangue hai vinto il mondo, ora splendi tra gli angeli.



ORAZIONE
Riempi di gioia e di luce il tuo popolo, o Signore, per l'intercessione gloriosa della vergine e martire Lucia, perché noi che celebriamo la sua nascita al cielo possiamo contemplare con i nostri occhi la tua gloria. Per il nostro Signore.


Santa Lucia,ora media



Ecco L'ora media propria di Santa Lucia Vergine e Martire, patrona dell'Arcidiocesi di Messina-Lipari -Santa Lucia del Mela e della città di Siracusa, sua città natale.

La liturgia che vi viene proposta è tratta dal PROPRIO DELLE CHIESE DI SICILIA.


13 dicembre

Santa Lucia, Vergine e Martire

dal Proprio della Liturgia delle ore delle chiese di Sicilia
Solennità nell’Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela e nella città di Siracusa.
Festa in tutte le chiese di Sicilia.


Ora Media

 Dove si celebra come solennità salmodia complementare.
Dove si celebra come festa antifone e salmi del giorno dal salterio.

Terza

Ant. Beati i perseguitati per la giustizia: di essi è il regno dei cieli.

LETTURA BREVE I Pt 5,10-11
II Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, egli stesso vi ristabilirà, dopo una breve sofferenza, vi confermerà e vi rende¬rà forti e saldi. A lui la potenza nei secoli. Amen.

V. Ti Signore l'ha rivestita di gloria.
R. Le ha posto sul capo una splendida corona.



Sesta

Ant. Hai dato alla tua martire, o Signore, la corona dei giusti e un nome glorioso.

LETTURA BREVE Gc 1,12
Beato l'uomo che sopporta la tentazione, perché una volta superata la prova riceverà la corona della vita che il Signore ha promesso a quelli che lo amano.

V. Confido in te, non ho timore.
R. Nessuno potrà farmi male.

Nona

Ant. Chi semina nelle lacrime mieterà con giubilo.

LETTURA BREVE Sap 3, l-2a.3b
Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero. Ma essi sono nella pace.

V. Dio l'ha scelta e l'ha prediletta.
R. L'ha fatta abitare nella sua tenda.

ORAZIONE
Riempi di gioia e di luce il tuo popolo, o Signore, per l'intercessione gloriosa della vergine e martire santa Lucia, perché noi che celebriamo la sua nascita al cielo possiamo contemplare con i nostri occhi la tua gloria. Per il nostro Signore. 

Santa Lucia, Lodi mattutine



Ecco le Lodi proprie di Santa Lucia Vergine e Martire, patrona dell'Arcidiocesi di Messina-Lipari -Santa Lucia del Mela e della città di Siracusa, sua città natale.

La liturgia che vi viene proposta è tratta dal PROPRIO DELLE CHIESE DI SICILIA.


13 dicembre

Santa Lucia, Vergine e Martire

dal Proprio della Liturgia delle ore delle chiese di Sicilia
Solennità nell’Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela e nella città di Siracusa.
Festa in tutte le chiese di Sicilia.

Lodi mattutine

Inno dal comune dei Martiri o delle Vergini


1 ant. La tua grazia vale più della vita, nella luce contemplerò il tuo volto.

Salmi e cantico della domenica, I sett.

2 ant. Ti mio sangue è versato in libagione, con tutte le creature benedirò il Signore.

3 ant. Gioisce la sposa del Signore, Cristo ha posto sul suo capo la corona di vittoria.

LETTURA BREVE 2 Cor,3-5
Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio. Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.


RESPONSORIO
Dio la sostiene * con la luce del suo volto.
Dio la sostiene con la luce del suo volto.
Non potrà vacillare: Dio è con lei.
con la luce del suo volto.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo,
Dio la sostiene con la luce del suo volto.

Ant. al Ben.
Ecco quello che ho fatto, umile serva:
ho sacrificato al Dio vivente, ora non mi resta più nulla e offro me stessa.




ORAZIONE
Riempi di gioia e di luce il tuo popolo, o Signore, per l'intercessione gloriosa della vergine e martire Lucia, perché noi che celebriamo la sua nascita al cielo possiamo contemplare con i nostri occhi la tua gloria. Per il nostro Signore.


Santa Lucia, Ufficio delle Letture



Ecco l'Ufficio delle Letture proprio di Santa Lucia Vergine e Martire, patrona dell'Arcidiocesi di Messina-Lipari -Santa Lucia del Mela e della città di Siracusa, sua città natale.

La liturgia che vi viene proposta è tratta dal PROPRIO DELLE CHIESE DI SICILIA.


13 dicembre

Santa Lucia, Vergine e Martire

dal Proprio della Liturgia delle ore delle chiese di Sicilia
Solennità nell’Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela e nella città di Siracusa.
Festa in tutte le chiese di Sicilia.


Ufficio delle letture

INNO
come ai primi vespri.

1 ant. Le genti congiurano contro di me ed io resto unita a te, mio dolce sovrano.

Salmodia dal Comune di un martire o delle Vergini

2 ant. In te, Signore, mi sono rifugiata; vedrò il tuo volto nella luce.

3 ant. Signore, i tuoi occhi vedono la giustizia,
se mi provi nel fuoco, in me non troverai malizia.

Mi afferra l'angoscia e l'oppressione
R. ma la tua parola mi sostiene

PRIMA LETTURA

Dalla lettera ai Romani di san Paolo, apostolo 8,5-16
Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio

Fratelli, quelli che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito. Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace. Infatti i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero. Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio.
Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitalo Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Così dunque, fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello Spirito di Dio, voi fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!». Lo spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio.

RESPONSORIO Ap 7,14; 2 Tm 4,7

In veste candida, imporporata dal suo sangue, la martire Lucia entra nel regno dei cieli,
* e nella sua verginità risplende di luce divina.
Praticò la verginità, scelse come sposo il re divino, portò a termine la sua corsa,
e nella sua verginità risplende di luce divina.

SECONDA LETTURA
Dal libro sulla verginità di sant'Ambrogio, vescovo (cc. 12.68.71-75; 13,77-78, PL 16,281-280)
Lo splendore dell'anima illumina la grazia del corpo

Mi rivolgo a te, che vieni dal popolo, dalla gente comune, ma appartieni alla schiera delle vergini. In te lo splendore dell'anima si irradia sulla grazia esteriore della persona. Per questo sei un'immagine fedele della Chiesa.
A te dico: chiusa nella tua stanza non cessare mai di tenere fisso il pensiero su Cristo, anche di notte. Anzi rimani ad ogni istante in attesa della sua visita. È questo che desidera da te, per questo ti ha scelta. Egli entrerà se troverà aperta la tua porta. Sta' sicura, ha promesso di venire e non mancherà alla sua parola. Quando verrà, colui che hai cercato, abbraccialo, familiarizza con lui e sarai illuminata. Trattienilo, prega che non se ne vada presto, scongiuralo che non si allontani. Il Verbo di Dio infatti corre, non prova stanchezza, non è preso da negligenza. L'anima tua gli vada incontro sulla sua parola, e s'intrattenga poi sull'impronta lasciata dal suo divino parlare: egli passa via presto.
E la vergine da parte sua che cosa dice? «L'ho cercato ma non l'ho trovato; l'ho chiamato ma non mi ha risposto» (Ct 5,6). Se così presto se n'è andato via, non credere che egli non sia contento di te che lo invocasti, lo pregasti, gli apristi la porta: spesso egli permette che siamo messi alla prova: vedi che cosa dice nel Vangelo alle folle che lo pregavano di non andarsene: «Bisogna che io porti l'annunzio della parola di Dio anche ad altre città, poiché per questo sono stato mandato» (cfr. Lc 4,43). Ma anche se ti sembra che se ne sia andato, va a cercarlo ancora.
È dalla santa Chiesa che devi imparare a trattenere Cristo. Anzi te l'ha già insegnato se ben comprendi ciò che leggi:«Avevo appena oltrepassato le guardie, quando trovai l'amato del mio cuore. L'ho stretto forte e non lo lascerò» (Ct. 3,4). Quali dunque i mezzi con cui trattenere Cristo? Non la violenza delle catene, non le strette delle funi, ma i vincoli della carità, i legami dello spirito. Lo trattiene l'amore dell'anima. Se vuoi anche tu possedere Cristo, cercalo incessantemente e non temere la sofferenza. È più facile spesso trovarlo tra i supplizi del corpo, tra le mani dei persecutori. Lei dice: «Poco tempo era trascorso da quando le avevo oltrepassate». Infatti una volta libera dalle mani dei persecutori e vittoriosa sui poteri del male, subito, all'istante ti verrà incontro Cristo, né permetterà che si prolunghi la tua prova.
Colei che così cerca Cristo, che ha trovato Cristo, può dire: «L'ho stretto forte e non lo lascerò finché lo abbia condotto nella casa di mia madre, nella stanza della mia genitrice» (Ct 3,4). Che cos'è la casa, la stanza di tua madre se non il santuario più intimo del tuo essere?
Custodisci questa casa, purificane l'interno. Divenuta perfettamente pulita, e non più inquinata da brutture di infedeltà, sorga quale casa spirituale, cementata con la pietra angolare, si innalzi in un sacerdozio santo, e lo Spirito Paraclito abiti in essa. Colei che cerca Cristo a questo modo, colei che così prega Cristo, non è abbandonata da lui, anzi riceve frequenti visite. Egli infatti è con noi fino alla fine del mondo.


RESPONSORIO
Nella prova Dio l'ha resa gradita a sé e gloriosa davanti agli uomini.
Ai potenti parlava con sapienza, * e il Dio dell'universo l'ha amata.
La vergine Lucia ha preparato nel suo cuore una lieta dimora per il suo sposo e Signore
e il Dio dell'universo l'ha amata.

ORAZIONE
Riempi di gioia e di luce il tuo popolo, o Signore, per l'intercessione gloriosa della vergine e martire Lucia, perché noi che celebriamo la sua nascita al cielo possiamo contemplare con i nostri occhi la tua gloria. Per il nostro Signore.

Primi Vespri di Santa Lucia Vergine e Martire.


Ecco i Primi Vespri propri di Santa Lucia Vergine e Martire, patrona dell'Arcidiocesi di Messina-Lipari -Santa Lucia del Mela e della città di Siracusa, sua città natale.

La liturgia che vi viene proposta è tratta dal PROPRIO DELLE CHIESE DI SICILIA.


13 dicembre

Santa Lucia, Vergine e Martire

dal Proprio della Liturgia delle ore delle chiese di Sicilia
 
Solennità nell’Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela e nella città di Siracusa.
Festa in tutte le chiese di Sicilia.

Primi Vespri


INNO

Te delle vergini fulgida corona
Cristo Signore, o Figlio di Dio,
canta la sposa unta dallo Spirito
te, Salvatore, o Figlio di Maria.

Con noi cantate l'inno della sera,
voi germogliate dal suo sangue puro
vergini sagge, nel suo corpo santo
vigile attesa sinché lui ritorni.

Alzate in alto lampade di luce
Gridate forte il nome dello Sposo.
Si fonde al vostro il nostro canto nuovo
la nostra attesa sinché lui ritorni.

Lucia, tu della nostra Chiesa,
voce chiarissima tra le sante vergini,
per noi intercedi che la nostra vita
sia luce e canto a Cristo il tuo Signore.

Sia gloria al Padre che ci da vita,
sia gloria al Figlio che ci da luce,
al Santo Spirito che ci fa e rinnova
popolo santo di Dio che ci ama.
Amen.


1 ant. Il Signore è con me, non ho timore: ho sfidato i miei nemici.

Salmodia dal comune di un Martire o delle Vergini

2 ant. Sei tu, Signore la mia salvezza, ti rendo grazie per sempre.

3 ant. Seguendo le tue orme, o Cristo, ho vissuto per la giustizia: le piaghe mi hanno guarita.



LETTURA BREVE Rm. 35.37-39

Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? In tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.


RESPONSORIO BREVE 

Al vincitore darò la manna nascosta,
* una pietruzza sulla quale sta scritto un nome nuovo.
Al vincitore darò la manna nascosta, una pietruzza sulla quale sia scritto un nome nuovo.
Inciderò su di lui il nome del mio Dio.
Una pietruzza sulla quale sta scritto un nome nuovo.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Al vincitore darò la manna nascosta, una pietruzza sulla quale sta scritto un nome nuovo. 

Ant. al Magn.

Un solo sacrificio, una duplice vittoria:
Lucia rimase vergine e conseguì la palma del martirio.


INTERCESSIONI dal comune di un Martire o delle Vergini



ORAZIONE
Riempi di gioia e di luce il tuo popolo, o Signore, per l'intercessione gloriosa della vergine e martire Lucia, perché noi che celebriamo la sua nascita al cielo possiamo contemplare con i nostri occhi la tua gloria. Per il nostro Signore.

venerdì 16 novembre 2012

Messaggio per la GMG



Ecco il messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà nel 2013, in Brasile.


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
BENEDETTO XVI
PER LA XXVIII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ 

2013
«Andate e fate discepoli tutti i popoli!» (cfr Mt 28,19)

Cari giovani,

vorrei far giungere a tutti voi il mio saluto pieno di gioia e di affetto. Sono certo che molti di voi sono tornati dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid maggiormente «radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede» (cfr Col 2,7). Quest’anno, nelle varie Diocesi, abbiamo celebrato la gioia di essere cristiani, ispirati dal tema: «Siate sempre lieti nel Signore!» (Fil 4,4). E ora ci stiamo preparando alla prossima Giornata Mondiale, che si celebrerà a Rio de Janeiro, in Brasile, nel luglio 2013.
Desidero anzitutto rinnovarvi l’invito a partecipare a questo importante appuntamento. La celebre statua del Cristo Redentore, che domina quella bella città brasiliana, ne sarà il simbolo eloquente: le sue braccia aperte sono il segno dell’accoglienza che il Signore riserverà a tutti coloro che verranno a Lui e il suo cuore raffigura l’immenso amore che Egli ha per ciascuno e per ciascuna di voi. Lasciatevi attrarre da Lui! Vivete questa esperienza di incontro con Cristo, insieme ai tanti altri giovani che convergeranno a Rio per il prossimo incontro mondiale! Lasciatevi amare da Lui e sarete i testimoni di cui il mondo ha bisogno.
Vi invito a prepararvi alla Giornata Mondiale di Rio de Janeiro meditando fin d’ora sul tema dell’incontro: «Andate e fate discepoli tutti i popoli!» (cfr Mt 28,19). Si tratta della grande esortazione missionaria che Cristo ha lasciato alla Chiesa intera e che rimane attuale ancora oggi, dopo duemila anni. Ora questo mandato deve risuonare con forza nel vostro cuore. L’anno di preparazione all’incontro di Rio coincide con l’Anno della fede, all’inizio del quale il Sinodo dei Vescovi ha dedicato i suoi lavori a «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana». Perciò sono contento che anche voi, cari giovani, siate coinvolti in questo slancio missionario di tutta la Chiesa: far conoscere Cristo è il dono più prezioso che potete fare agli altri.

1. Una chiamata pressante
La storia ci ha mostrato quanti giovani, attraverso il dono generoso di se stessi, hanno contribuito grandemente al Regno di Dio e allo sviluppo di questo mondo, annunciando il Vangelo. Con grande entusiasmo, essi hanno portato la Buona Notizia dell’Amore di Dio manifestato in Cristo, con mezzi e possibilità ben inferiori a quelli di cui disponiamo al giorno d’oggi. Penso, per esempio, al Beato José de Anchieta, giovane gesuita spagnolo del XVI secolo, partito in missione per il Brasile quando aveva meno di vent’anni e divenuto un grande apostolo del Nuovo Mondo. Ma penso anche a quanti di voi si dedicano generosamente alla missione della Chiesa: ne ho avuto una sorprendente testimonianza alla Giornata Mondiale di Madrid, in particolare nell’incontro con i volontari.
Oggi non pochi giovani dubitano profondamente che la vita sia un bene e non vedono chiarezza nel loro cammino. Più in generale, di fronte alle difficoltà del mondo contemporaneo, molti si chiedono: io che cosa posso fare? La luce della fede illumina questa oscurità, ci fa comprendere che ogni esistenza ha un valore inestimabile, perché frutto dell’amore di Dio. Egli ama anche chi si è allontanato da Lui o lo ha dimenticato: ha pazienza e attende; anzi, ha donato il suo Figlio, morto e risorto, per liberarci radicalmente dal male. E Cristo ha inviato i suoi discepoli per portare a tutti i popoli questo annuncio gioioso di salvezza e di vita nuova.
La Chiesa, nel continuare questa missione di evangelizzazione, conta anche su di voi. Cari giovani, voi siete i primi missionari tra i vostri coetanei! Alla fine del Concilio Ecumenico Vaticano II, di cui quest’anno celebriamo il 50° anniversario, il Servo di Dio Paolo VI consegnò ai giovani e alle giovani del mondo un Messaggio che si apriva con queste parole: «È a voi, giovani uomini e donne del mondo intero, che il Concilio vuole rivolgere il suo ultimo messaggio. Perché siete voi che raccoglierete la fiaccola dalle mani dei vostri padri e vivrete nel mondo nel momento delle più gigantesche trasformazioni della sua storia. Siete voi che, raccogliendo il meglio dell’esempio e dell’insegnamento dei vostri genitori e dei vostri maestri, formerete la società di domani: voi vi salverete o perirete con essa». E concludeva con un appello: «Costruite nell’entusiasmo un mondo migliore di quello attuale!» (Messaggio ai giovani, 8 dicembre 1965).
Cari amici, questo invito è di grande attualità. Stiamo attraversando un periodo storico molto particolare: il progresso tecnico ci ha offerto possibilità inedite di interazione tra uomini e tra popolazioni, ma la globalizzazione di queste relazioni sarà positiva e farà crescere il mondo in umanità solo se sarà fondata non sul materialismo ma sull’amore, l’unica realtà capace di colmare il cuore di ciascuno e di unire le persone. Dio è amore. L’uomo che dimentica Dio è senza speranza e diventa incapace di amare il suo simile. Per questo è urgente testimoniare la presenza di Dio affinché ognuno possa sperimentarla: è in gioco la salvezza dell’umanità e la salvezza di ciascuno di noi. Chiunque comprenda questa necessità, non potrà che esclamare con san Paolo: «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1 Cor 9,16).

2. Diventate discepoli di Cristo
Questa chiamata missionaria vi viene rivolta anche per un’altra ragione: è necessaria per il nostro cammino di fede personale. Il Beato Giovanni Paolo II scriveva: «La fede si rafforza donandola» (Enc. Redemptoris missio, 2). Annunciando il Vangelo voi stessi crescete nel radicarvi sempre più profondamente in Cristo, diventate cristiani maturi. L’impegno missionario è una dimensione essenziale della fede: non si è veri credenti senza evangelizzare. E l’annuncio del Vangelo non può che essere la conseguenza della gioia di avere incontrato Cristo e di aver trovato in Lui la roccia su cui costruire la propria esistenza. Impegnandovi a servire gli altri e ad annunciare loro il Vangelo, la vostra vita, spesso frammentata tra diverse attività, troverà la sua unità nel Signore, costruirete anche voi stessi, crescerete e maturerete in umanità.
Ma che cosa vuol dire essere missionari? Significa anzitutto essere discepoli di Cristo, ascoltare sempre di nuovo l’invito a seguirlo, l’invito a guardare a Lui: «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29). Un discepolo, in effetti, è una persona che si pone all’ascolto della Parola di Gesù (cfr Lc 10,39), riconosciuto come il Maestro che ci ha amati fino al dono della vita. Si tratta dunque, per ciascuno di voi, di lasciarsi plasmare ogni giorno dalla Parola di Dio: essa vi renderà amici del Signore Gesù e capaci di far entrare altri giovani in questa amicizia con Lui.
Vi consiglio di fare memoria dei doni ricevuti da Dio per trasmetterli a vostra volta. Imparate a rileggere la vostra storia personale, prendete coscienza anche della meravigliosa eredità delle generazioni che vi hanno preceduto: tanti credenti ci hanno trasmesso la fede con coraggio, affrontando prove e incomprensioni. Non dimentichiamolo mai: facciamo parte di una catena immensa di uomini e donne che ci hanno trasmesso la verità della fede e contano su di noi affinché altri la ricevano. L’essere missionari presuppone la conoscenza di questo patrimonio ricevuto, che è la fede della Chiesa: è necessario conoscere ciò in cui si crede, per poterlo annunciare. Come ho scritto nell’introduzione di YouCat, il Catechismo per giovani che vi ho donato all’Incontro Mondiale di Madrid, «dovete conoscere la vostra fede con la stessa precisione con cui uno specialista di informatica conosce il sistema operativo di un computer; dovete conoscerla come un musicista conosce il suo pezzo; sì, dovete essere ben più profondamente radicati nella fede della generazione dei vostri genitori, per poter resistere con forza e decisione alle sfide e alle tentazioni di questo tempo.» (Premessa).

3. Andate!
Gesù ha inviato i suoi discepoli in missione con questo mandato: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato» (Mc 16,15-16). Evangelizzare significa portare ad altri la Buona Notizia della salvezza e questa Buona Notizia è una persona: Gesù Cristo. Quando lo incontro, quando scopro fino a che punto sono amato da Dio e salvato da Lui, nasce in me non solo il desiderio, ma la necessità di farlo conoscere ad altri. All’inizio del Vangelo di Giovanni vediamo Andrea il quale, dopo aver incontrato Gesù, si affretta a condurre da Lui suo fratello Simone (cfr 1,40-42). L’evangelizzazione parte sempre dall’incontro con il Signore Gesù: chi si è avvicinato a Lui e ha fatto esperienza del suo amore vuole subito condividere la bellezza di questo incontro e la gioia che nasce da questa amicizia. Più conosciamo Cristo, più desideriamo annunciarlo. Più parliamo con Lui, più desideriamo parlare di Lui. Più ne siamo conquistati, più desideriamo condurre gli altri a Lui.
Mediante il Battesimo, che ci genera a vita nuova, lo Spirito Santo prende dimora in noi e infiamma la nostra mente e il nostro cuore: è Lui che ci guida a conoscere Dio e ad entrare in amicizia sempre più profonda con Cristo; è lo Spirito che ci spinge a fare il bene, a servire gli altri, a donare noi stessi. Attraverso la Confermazione, poi, siamo fortificati dai suoi doni per testimoniare in modo sempre più maturo il Vangelo. È dunque lo Spirito d’amore l’anima della missione: ci spinge ad uscire da noi stessi, per «andare» ed evangelizzare. Cari giovani, lasciatevi condurre dalla forza dell’amore di Dio, lasciate che questo amore vinca la tendenza a chiudersi nel proprio mondo, nei propri problemi, nelle proprie abitudini; abbiate il coraggio di «partire» da voi stessi per «andare» verso gli altri e guidarli all’incontro con Dio.

4. Raggiungete tutti i popoli
Cristo risorto ha mandato i suoi discepoli a testimoniare la sua presenza salvifica a tutti i popoli, perché Dio nel suo amore sovrabbondante, vuole che tutti siano salvi e nessuno sia perduto. Con il sacrificio di amore della Croce, Gesù ha aperto la strada affinché ogni uomo e ogni donna possa conoscere Dio ed entrare in comunione di amore con Lui. E ha costituito una comunità di discepoli per portare l’annuncio di salvezza del Vangelo fino ai confini della terra, per raggiungere gli uomini e le donne di ogni luogo e di ogni tempo. Facciamo nostro questo desiderio di Dio!
Cari amici, volgete gli occhi e guardate intorno a voi: tanti giovani hanno perduto il senso della loro esistenza. Andate! Cristo ha bisogno anche di voi. Lasciatevi coinvolgere dal suo amore, siate strumenti di questo amore immenso, perché giunga a tutti, specialmente ai «lontani». Alcuni sono lontani geograficamente, altri invece sono lontani perché la loro cultura non lascia spazio a Dio; alcuni non hanno ancora accolto il Vangelo personalmente, altri invece, pur avendolo ricevuto, vivono come se Dio non esistesse. A tutti apriamo la porta del nostro cuore; cerchiamo di entrare in dialogo, nella semplicità e nel rispetto: questo dialogo, se vissuto in una vera amicizia, porterà frutto. I «popoli» ai quali siamo inviati non sono soltanto gli altri Paesi del mondo, ma anche i diversi ambiti di vita: le famiglie, i quartieri, gli ambienti di studio o di lavoro, i gruppi di amici e i luoghi del tempo libero. L’annuncio gioioso del Vangelo è destinato a tutti gli ambiti della nostra vita, senza alcun limite.
Vorrei sottolineare due campi in cui il vostro impegno missionario deve farsi ancora più attento. Il primo è quello delle comunicazioni sociali, in particolare il mondo di internet. Come ho già avuto modo di dirvi, cari giovani, «sentitevi impegnati ad introdurre nella cultura di questo nuovo ambiente comunicativo e informativo i valori su cui poggia la vostra vita! [...] A voi, giovani, che quasi spontaneamente vi trovate in sintonia con questi nuovi mezzi di comunicazione, spetta in particolare il compito della evangelizzazione di questo “continente digitale”» (Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 24 maggio 2009). Sappiate dunque usare con saggezza questo mezzo, considerando anche le insidie che esso contiene, in particolare il rischio della dipendenza, di confondere il mondo reale con quello virtuale, di sostituire l’incontro e il dialogo diretto con le persone con i contatti in rete.
Il secondo ambito è quello della mobilità. Oggi sono sempre più numerosi i giovani che viaggiano, sia per motivi di studio o di lavoro, sia per divertimento. Ma penso anche a tutti i movimenti migratori, con cui milioni di persone, spesso giovani, si trasferiscono e cambiano Regione o Paese per motivi economici o sociali. Anche questi fenomeni possono diventare occasioni provvidenziali per la diffusione del Vangelo. Cari giovani, non abbiate paura di testimoniare la vostra fede anche in questi contesti: è un dono prezioso per chi incontrate comunicare la gioia dell’incontro con Cristo.

5. Fate discepoli!
Penso che abbiate sperimentato più volte la difficoltà di coinvolgere i vostri coetanei nell’esperienza di fede. Spesso avrete constatato come in molti giovani, specialmente in certe fasi del cammino della vita, ci sia il desiderio di conoscere Cristo e di vivere i valori del Vangelo, ma questo sia accompagnato dal sentirsi inadeguati e incapaci. Che cosa fare? Anzitutto la vostra vicinanza e la vostra semplice testimonianza saranno un canale attraverso il quale Dio potrà toccare il loro cuore. L’annuncio di Cristo non passa solamente attraverso le parole, ma deve coinvolgere tutta la vita e tradursi in gesti di amore. L’essere evangelizzatori nasce dall’amore che Cristo ha infuso in noi; il nostro amore, quindi, deve conformarsi sempre di più al suo. Come il buon Samaritano, dobbiamo essere sempre attenti a chi incontriamo, saper ascoltare, comprendere, aiutare, per condurre chi è alla ricerca della verità e del senso della vita alla casa di Dio che è la Chiesa, dove c’è speranza e salvezza (cfr Lc 10,29-37). Cari amici, non dimenticate mai che il primo atto di amore che potete fare verso il prossimo è quello di condividere la sorgente della nostra speranza: chi non dà Dio, dà troppo poco! Ai suoi apostoli Gesù comanda: «Fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt 28,19-20). I mezzi che abbiamo per «fare discepoli» sono principalmente il Battesimo e la catechesi. Ciò significa che dobbiamo condurre le persone che stiamo evangelizzando a incontrare Cristo vivente, in particolare nella sua Parola e nei Sacramenti: così potranno credere in Lui, conosceranno Dio e vivranno della sua grazia. Vorrei che ciascuno si chiedesse: ho mai avuto il coraggio di proporre il Battesimo a giovani che non l’hanno ancora ricevuto? Ho invitato qualcuno a seguire un cammino di scoperta della fede cristiana? Cari amici, non temete di proporre ai vostri coetanei l’incontro con Cristo. Invocate lo Spirito Santo: Egli vi guiderà ad entrare sempre più nella conoscenza e nell’amore di Cristo e vi renderà creativi nel trasmettere il Vangelo.

6. Saldi nella fede
Di fronte alle difficoltà della missione di evangelizzare, talvolta sarete tentati di dire come il profeta Geremia: «Ahimè, Signore Dio! Ecco, io non so parlare, perché sono giovane». Ma anche a voi Dio risponde: «Non dire: “Sono giovane”. Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò» (Ger 1,6-7). Quando vi sentite inadeguati, incapaci, deboli nell’annunciare e testimoniare la fede, non abbiate timore. L’evangelizzazione non è una nostra iniziativa e non dipende anzitutto dai nostri talenti, ma è una risposta fiduciosa e obbediente alla chiamata di Dio, e perciò si basa non sulla nostra forza, ma sulla sua. Lo ha sperimentato l’apostolo Paolo: «Noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi» (2 Cor 4,7).
Per questo vi invito a radicarvi nella preghiera e nei Sacramenti. L’evangelizzazione autentica nasce sempre dalla preghiera ed è sostenuta da essa: dobbiamo prima parlare con Dio per poter parlare di Dio. E nella preghiera, affidiamo al Signore le persone a cui siamo inviati, supplicandolo di toccare loro il cuore; domandiamo allo Spirito Santo di renderci suoi strumenti per la loro salvezza; chiediamo a Cristo di mettere le parole sulle nostre labbra e di farci segni del suo amore. E, più in generale, preghiamo per la missione di tutta la Chiesa, secondo la richiesta esplicita di Gesù: «Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!» (Mt 9,38). Sappiate trovare nell’Eucaristia la sorgente della vostra vita di fede e della vostra testimonianza cristiana, partecipando con fedeltà alla Messa domenicale e ogni volta che potete nella settimana. Ricorrete frequentemente al Sacramento della Riconciliazione: è un incontro prezioso con la misericordia di Dio che ci accoglie, ci perdona e rinnova i nostri cuori nella carità. E non esitate a ricevere il Sacramento della Confermazione o Cresima se non l’avete ricevuto, preparandovi con cura e impegno. Con l’Eucaristia, esso è il Sacramento della missione, perché ci dona la forza e l’amore dello Spirito Santo per professare senza paura la fede. Vi incoraggio inoltre a praticare l’adorazione eucaristica: sostare in ascolto e dialogo con Gesù presente nel Sacramento diventa punto di partenza di nuovo slancio missionario.
Se seguirete questo cammino, Cristo stesso vi donerà la capacità di essere pienamente fedeli alla sua Parola e di testimoniarlo con lealtà e coraggio. A volte sarete chiamati a dare prova di perseveranza, in particolare quando la Parola di Dio susciterà chiusure od opposizioni. In certe regioni del mondo, alcuni di voi vivono la sofferenza di non poter testimoniare pubblicamente la fede in Cristo, per mancanza di libertà religiosa. E c’è chi ha già pagato anche con la vita il prezzo della propria appartenenza alla Chiesa. Vi incoraggio a restare saldi nella fede, sicuri che Cristo è accanto a voi in ogni prova. Egli vi ripete: «Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli» (Mt 5,11-12).

7. Con tutta la Chiesa
Cari giovani, per restare saldi nella confessione della fede cristiana là dove siete inviati, avete bisogno della Chiesa. Nessuno può essere testimone del Vangelo da solo. Gesù ha inviato i suoi discepoli in missione insieme: «fate discepoli» è rivolto al plurale. È dunque sempre come membri della comunità cristiana che noi offriamo la nostra testimonianza, e la nostra missione è resa feconda dalla comunione che viviamo nella Chiesa: dall’unità e dall’amore che abbiamo gli uni per gli altri ci riconosceranno come discepoli di Cristo (cfr Gv 13,35). Sono grato al Signore per la preziosa opera di evangelizzazione che svolgono le nostre comunità cristiane, le nostre parrocchie, i nostri movimenti ecclesiali. I frutti di questa evangelizzazione appartengono a tutta la Chiesa: «uno semina e l’altro miete», diceva Gesù (Gv 4,37).
A tale proposito, non posso che rendere grazie per il grande dono dei missionari, che dedicano tutta la loro vita ad annunciare il Vangelo sino ai confini della terra. Allo stesso modo benedico il Signore per i sacerdoti e i consacrati, che offrono interamente se stessi affinché Gesù Cristo sia annunciato e amato. Desidero qui incoraggiare i giovani che sono chiamati da Dio, a impegnarsi con entusiasmo in queste vocazioni: «Si è più beati nel dare che nel ricevere!» (At 20,35). A coloro che lasciano tutto per seguirlo, Gesù ha promesso il centuplo e la vita eterna! (cfr Mt 19,29).
Rendo grazie anche per tutti i fedeli laici che si adoperano per vivere il loro quotidiano come missione là dove sono, in famiglia o sul lavoro, affinché Cristo sia amato e servito e cresca il Regno di Dio. Penso in particolare a quanti operano nel campo dell’educazione, della sanità, dell’impresa, della politica e dell’economia e in tanti altri ambiti dell’apostolato dei laici. Cristo ha bisogno del vostro impegno e della vostra testimonianza. Nulla - né le difficoltà, né le incomprensioni - vi faccia rinunciare a portare il Vangelo di Cristo nei luoghi in cui vi trovate: ognuno di voi è prezioso nel grande mosaico dell’evangelizzazione!

8. «Eccomi, Signore!»
In conclusione, cari giovani, vorrei invitarvi ad ascoltare nel profondo di voi stessi la chiamata di Gesù ad annunciare il suo Vangelo. Come mostra la grande statua di Cristo Redentore a Rio de Janeiro, il suo cuore è aperto all’amore verso tutti, senza distinzioni, e le sue braccia sono tese per raggiungere ciascuno. Siate voi il cuore e le braccia di Gesù! Andate a testimoniare il suo amore, siate i nuovi missionari animati dall’amore e dall’accoglienza! Seguite l’esempio dei grandi missionari della Chiesa, come san Francesco Saverio e tanti altri.
Al termine della Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid, ho benedetto alcuni giovani di diversi continenti che partivano in missione. Essi rappresentavano i tantissimi giovani che, riecheggiando il profeta Isaia, dicono al Signore: «Eccomi, manda me!» (Is 6,8). La Chiesa ha fiducia in voi e vi è profondamente grata per la gioia e il dinamismo che portate: usate i vostri talenti con generosità al servizio dell’annuncio del Vangelo! Sappiamo che lo Spirito Santo si dona a coloro che, in umiltà di cuore, si rendono disponibili a tale annuncio. E non abbiate paura: Gesù, Salvatore del mondo, è con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (cfr Mt 28,20)!
Questo appello, che rivolgo ai giovani di tutta la terra, assume un rilievo particolare per voi, cari giovani dell’America Latina! Infatti, alla V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano che si è svolta ad Aparecida nel 2007, i Vescovi hanno lanciato una «missione continentale». E i giovani, che in quel continente costituiscono la maggioranza della popolazione, rappresentano una forza importante e preziosa per la Chiesa e per la società. Siate dunque voi i primi missionari! Ora che la Giornata Mondiale della Gioventù fa il suo ritorno in America Latina, esorto tutti i giovani del continente: trasmettete ai vostri coetanei del mondo intero l’entusiasmo della vostra fede!
La Vergine Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione, invocata anche con i titoli di Nostra Signora di Aparecida e Nostra Signora di Guadalupe, accompagni ciascuno di voi nella sua missione di testimone dell’amore di Dio. A tutti, con particolare affetto, imparto la mia Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 18 ottobre 2012


BENEDICTUS PP XVI

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