Translate

giovedì 31 maggio 2012

La tredicina a Sant'Antonio


Inizia oggi la tradizionale tredicina a Sant'Antonio da Padova, eccone il testo :

1. O glorioso sant'Antonio, che hai avuto da Dio il potere di risuscitare i morti, risveglia dall'apatia il mio spirito e ottienimi una vita fervorosa e santa. Gloria al Padre, ecc.

2. O sapiente sant'Antonio, che con la tua dottrina sei stato luce per la santa Chiesa e per il mondo, illumina la mia intelligenza aprendola alla divina verità. Gloria al Padre, ecc.

3. O pietoso Santo, che vieni in aiuto a coloro che ti invocano con fiducia, soccorri anche me e i miei cari nelle attuali necessità. Gloria al Padre, ecc.

4. O generoso Santo, che accogliendo la divina ispirazione hai consacrato la tua vita al servizio di Dio e dei fratelli, fa' che io ascolti sempre con docilità la sua parola. Gloria al Padre, ecc.

5. O sant'Antonio, vero giglio di purità, non permettere che l'anima mia resti macchiata dal peccato, ma ottienimi da Dio la purezza del cuore. Gloria al Padre, ecc.

6. O caro Santo, che intercedi affinché tanti malati ritrovino la salute, aiutami a guarire dalla colpa e dalle cattive inclinazioni. Gloria al Padre, ecc.

7. O Santo mio patrono, che ti sei prodigato per la salvezza dei fratelli, guidami nel mare della vita perché possa giungere al porto dell'eternità beata. Gloria al Padre, ecc.

8. O compassionevole sant'Antonio, che durante la vita hai ottenuto la liberazione di tanti condannati, intercedi affinché io sia liberato dal male e possa vivere nella grazia di Dio. Gloria al Padre, ecc.

9. O santo Taumaturgo, che hai avuto il dono di ricongiungere ai corpi le membra recise, non permettere che io mi separi mai dall'amore di Dio e dall'unità della Chiesa. Gloria al Padre, ecc.

10. O carissimo Santo, che aiuti a ritrovare le cose smarrite, fa' che non perda mai l'amicizia di Dio, ma la possa custodire fedelmente per tutta la vita. Gloria al Padre, ecc.

11. O soccorritore dei poveri, che ascolti quanti ricorrono a te, accogli la mia supplica e presentala a Dio affinché egli mi doni il suo aiuto. Gloria al Padre, ecc.

12. O sant'Antonio, che sei stato apostolo instancabile della parola di Dio, fa' che io possa dare testimonianza della mia fede con la parola e con l'esempio. Gloria al Padre, ecc.

13. O amatissimo sant'Antonio, che a Padova hai la tua tomba benedetta, guarda con benevolenza alle mie necessità; parli a Dio per me la tua lingua miracolosa affinché le mie preghiere siano accolte ed esaudite. Gloria al Padre, ecc.

Prega per noi, sant'Antonio di Padova
E saremo fatti degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo

Dio onnipotente ed eterno, che in sant'Antonio di Padova hai dato al tuo popolo un insigne predicatore del vangelo e un patrono dei poveri e dei sofferenti, concedi a noi, per sua intercessione, di seguire i suoi insegnamenti di vita cristiana e di sperimentare, nella prova, il soccorso della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. Amen.


L'orologio meccanico di Messina in lode di Maria


Un altro mezzo mediante il quale S. E. Mons. Angelo Paino volle celebrare la Madonna della Lettera fu il grande orologio meccanico.


L’orologio astronomico di Messina, parte della cattedrale della città, fu costruito dalla ditta Ungerer di Strasburgo nel 1933. Considerato il più grande orologio astronomico del mondo, è integrato nel campanile della chiesa (ricostruito all’inizio del secolo dopo il terremoto), di cui costituisce l’elemento più caratteristico.
La parte tecnica è stata concepita da Frédéric Klinghammer, mentre dal punto di vista artistico si basa su piani di Théodore Ungerer. I meccanismi riprendono in parte quelli dell’orologio astronomico di Strasburgo. Fu commissionato dall'arcivescovo della città (Angelo Paino) in occasione del rifacimento del campanile di Messina.
È articolato in parecchie parti distribuite ai diversi livelli della torre campanaria. Alcune sono costruite sul lato del campanile che dà sulla piazza, altre si trovano sul lato rivolto verso la facciata della chiesa.



La scena centrale dell'orologio, che si attiva a mezzogiorno,è quella della consegna della sacra Lettera ai Messinesi. La Madonna, ritta al centro della scena, viene salutata da un angelo che gli porge la Sacra Lettera e dagli ambasciatori che le si inchinano dinanzi al suono dell'Ave Maria di Schubert.


Oltre questa scena vi sono altre statue bronzee che si muovono: il leone, simbolo di Messina che muove la coda, sventola il vessillo della città, gira la testa e ruggisce; il gallo che sbatte le ali, alza il collo e canta; a turno, una di queste tre scene sacre che si alternano in base all'anno liturgico: Epifania, Risurrezione, Pentecoste; le eroine della guerra del Vespro Dina e Clarenza che scandiscono il tempo suonando le campane dell'orologio; il santuario della Madonne di Montalto che sorge dalla terra, sopra una colomba; le varie età dell'uomo: bambino, giovane, adulto, vecchio, con in fondo la morte con la sua falce; figure allegoriche degli dei che danno nome ai giorni della settimana. 



Sul lato destro si trova un globo metà oro e metà nero che segna le fasi lunari; un astrolabio che segna le posizioni dei pianeti e le costellazioni; un calendario perpetuo che segna l'anno in corso, il mese, il giorno, e le principali festività cattoliche.








Questo è forse uno dei modi più vistosi, belli, suggestivi e geniali che la città ha trovato per celebrare il grande evento della Lettera scritta da Maria, ma ve n'era uno più intimo: il Sacro Capitolo della Basilica Cattedrale, infatti, ogni giorno, dopo la recita del Divino Ufficio, aggiungeva la lettura della Sacra Lettera, con alcune preci e responsori.











Ancor oggi le verba dulciora super mel et favum della Sacra Lettera risuonano fra le mura della nostra Cattedrale, durante la solenne novena pubblicata nel volume Celebriamo la Madonna della Lettera (vedi foto ).




mercoledì 30 maggio 2012

La stele del porto



Per celebrare il grande evento che lega Messina a Maria, il vescovo, S.E. Mons. Angelo Paino, volle una grande stele, sormontata da una grande statua di bronzo, proprio all'imboccatura del porto a forma di falce che aveva dato alla città il suo nome di Zancle (falce in greco).




La monumentale statua della Vergine che impugna la Sacra Lettera è ritratta nell'atto di benedire la città. Fu realizzata dallo scultore Tore Edmondo Calabrò e posta sulla sommità di una stele edificata sul bastione del SS. Salvatore. Il monumento venne inaugurato nel 1933, fu illuminato da papa Pio IX nel 1934 con un dispositivo a distanza preparato dallo scienziato Guglielmo Marconi. Fu nuovamente illuminato da papa Pio XII, dopo i guasti della II guerra mondiale.


L'immagine della Vergine della Lettera accoglie tutti quanti entrano a Messina via mare, ma anche via terra, essendo rivolta verso la città, in particolare verso il Viale Boccetta, con la solenne promessa della sua benedizione, scritta in caratteri cubitali: VOS ET IPSAM CIVITATEM BENEDICIMUS.

martedì 29 maggio 2012

L'orazione "in tempo di terremoto"


Il Messale Romano presenta, fra le Messe per varie necessità, un'orazione per chiedere aiuto in tempo di terremoto. Un valido aiuto per la preghiera liturgica e personale in favore dei nostri fratelli colpiti dal sisma. 
Eleviamo per loro le nostre preci al cielo.

IN TEMPO DI TERREMOTO

COLLETTA

Dio creatore,
che reggi con la tua sapienza l’armonia dell’universo,
abbi pietà di noi tuoi fedeli, sconvolti dai cataclismi
che scuotono le profondità della terra;
vegli a sull’incolumità delle nostre famiglie,
perché, anche nella sventura,
sentiamo su di noi la tua mano di Padre,
e, liberati dal pericolo, possiamo cantare la tua lode.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

La Sacra Lettera di Maria

Nei prossimi giorni verranno pubblicati dei post che faranno conoscere la straordinaria storia della Madonna della Lettera, le espressioni di pietà del popolo messinese, le opere di culto e d'arte che narrano l'evento magnifico dell'ambasceria messinese alla Vergine Maria.

Ieri vi ho narrato l'intera leggenda, oggi vi posto il testo della Sacra Lettera.



La foto mostra la lettera  tenuta in mano dal simulacro argenteo che viene venerato nella Basilica Cattedrale.


Ecco il testo latino:


Maria Virgo, Joachim, et Annae Filia Humilis Ancilla, Domini Mater Jasu Christi, qui est ex Tribu Juda, et de Stirpe David, Messanensibus omnibus salutem, et a Deo Padre Omnipotente Benedictionem.

Per publicum documentum constat, Vos mississe ad Nos Nuncios, fide magna: Vos scilicet credere, Filium Nostrum a Deo genitum esse Deum, et hominem, et post Resurrectionem suam ad Coelum ascendisse; Vosque mediante Paulo Apostolo electo viam veritatis agnovisse. Propterea vos, vestramqne Civitatem benedicimus, et protegimus eam in saecula saeculoram.

Data fuit haec AEpistola die quinta in Urbe Hierusalem a Maria Virgine cuius nomen supra, Anno XXXXII, a Filio cius, saeculo primo, Die 3 Junii, Luna XXVII.




Ed ecco la traduzione in italiano:

Maria Vergine, figlia di Gioacchino, umilissima serva di Dio, Madre di Gesù Crocefisso, della tribù di Giuda,
della stirpe di Davide, salute a tutti i Messinesi e benedizione di Dio Padre Onnipotente.

Ci consta, per pubblico strumento, che voi tutti con fede grande avete a noi spedito Legati e Ambasciatori e confessate che il nostro Figlio, generato da Dio,
sia Dio e uomo, e che dopo la sua risurrezione salì al cielo, conoscendo voi la via della verità per mezzo della predicazione di Paolo Apostolo eletto.

Per la qual cosa, benediciamo voi e la stessa città,
della quale Noi vogliamo essere perpetua protettrice.

Da Gerusalemme

 Da notare come la Vergine stessa si autoproclami perpetua protettrice della città, aggiungendo la sua materna benedizione. Questo il testo che lega, da secoli, Messina alla Santa Vergine, un legame intimo, filiale, devoto, colmo di gioia.

lunedì 28 maggio 2012

La Sacra Lettera della Madonna ai Messinesi


La nostra Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela è entrata nel vivo dei festeggiamenti della sua Santa Patrona: la Madonna della Lettera. Molti però, non conoscono l'origine di questo titolo che lega la Deipara alla citta dello stretto, eccone la spiegazione: 


Messina può vantare un primato molto particolare: è una delle poche città al mondo a testimoniare un forte legame con la Vergine Maria. Un importante vincolo che la lega alla Madre di Cristo da molti secoli e che indubbiamente è stato uno stimolo per risorgere sempre con coraggio dalle proprie ceneri, causate dalle tante distruzioni naturali ed umane, proprio come la mitica Fenice. Lo stretto legame si fonda su una pia e antica tradizione[1] che si perde nella notte dei tempi e che si tramanda di generazioni in generazioni. Molte volte nei secoli tale tradizione è stata fortemente contestata e criticata, soprattutto dalle altre città siciliane, i messinesi hanno comunque sempre strenuamente difeso[2] e recentemente, grazie ad alcuni inediti studi, sono stati ampiamente confermati i suoi fondamenti[3]. La pia tradizione, narrata e confermata dai più illustri storici locali nei vari secoli[4], in particolare a partire dal Bonfiglio e Costanzo[5], racconta che intorno al 42 d. C. Paolo di Tarso, l’Apostolo delle Genti, durante il viaggio che lo condusse in catene a Roma, dopo il famoso naufragio a largo di Malta e prima del suo approdo a Reggio come raccontano gli Atti degli Apostoli, fece una sosta a Messina. Molto probabilmente approdò forse in città nel porto falcato o a sud di Messina presso un antico scalo, importante in quel periodo storico e chiamato oggi appunto Cala San Paolo[6]. In questa baia naturale, prossima alla spiaggia, si conserva un’antichissima Chiesa[7]consacrata all’Apostolo e nelle immediate vicinanze è posta un’antica pietra miliare[8]di epoca romana sulla quale, secondo una tradizione locale, San Paolo predicò[9]. In questi luoghi egli poté parlare ad un certo numero di abitanti dell’antica Zancle, grazie probabilmente ad un nucleo cristiano già presente. Egli raccontò la vita, le opere e la buona novella di Gesù di Nazaret, senza dimenticarsi di sua Madre la Vergine Maria, ancora vivente in Terra Santa[10]. Messina, Città Nobile e Capitale di Sicilia, Città Federata di Roma, punto di confluenza tra le civiltà d’Oriente e di Occidente, porto dischiuso alle relazioni tra i commercianti provenienti dalla Spagna all’Egitto, da Cartagine all’Asia Minore, luogo in cui si parlavano le lingue più varie e maturava il pensiero dei filosofi di Grecia, di Roma e di Alessandria, non poteva certo restare ignara e indifferente all’Idea nuova, annunciatrice di libertà, di giustizia, di uguaglianza e di fraternità universale (Pantaleone Minutoli Preghiere alla Santissima Vergine della Sacra della Lettera Messina 1931, pag. 5-6). Lasciata Messina, Paolo diede l’avvio sicuramente ad una forte comunità cristiana, che già prima del suo fugace passaggio aveva già mosso i primi passi. Secondo la tradizione prima di partire l’Apostolo consacrò il primo Vescovo di Messina, un pio e saggio uomo di nome Bacchilo[11]. Nei cristiani messinesi, dopo l’incontro con Paolo, maturò il desiderio di inviare dei rappresentanti della città convertita a visitare i luoghi santi e a rendere omaggio alla Vergine Maria. In quel tempo il porto di Messina, conosciuto fin dall’antichità, era un brulicare di navi provenienti da ogni angolo del Mar Mediterraneo e non costava nulla imbarcarsi in una di esse e veleggiare velocemente verso il Medio Oriente. Così quattro messinesi della comunità cristiana, Girolamo Origgiano, Marcello Bonifacite, Brizio Ottavio ed il Centurione Mulè[12], partirono a nome della città alla volta della Giudea. Dopo aver visitato i luoghi che videro i momenti più importanti della vita di Gesù, si diressero presso la casa di Giovanni[13], ove si incontrarono conMaria. La Madre di Cristo, secondo la pia tradizione, accolse gli ambasciatori messinesi molto benevolmente e si rallegrò per la loro conversione. Al termine del lungo colloquio Maria fece scrivere una lettera diretta all’intera città in cui esprimeva la sua felicità per la Fede abbracciata e assicurava la sua materna e perpetua protezione[14]. Secondo la tradizione questo incontro si svolse a Gerusalemme il 3 Giugno del 42 d. C. Appena ebbero la possibilità, esultanti e pieni di gioia, gli ambasciatori si imbarcarono alla volta di Messina e dopo qualche mese, l’8 Settembre, giunsero in città portando con se la Sacra Lettera accolti da grandi festeggiamenti per quel vincolo che ormai legava indissolubilmente la Città alla Vergine Maria. Si stabilì subito che il giorno dell’arrivo in città degli ambasciatori fosse consacrato alla festa della Vergine Maria sotto il particolarissimo titolo di Madonna della Sacra Lettera[15], eletta protettrice e custode di Messina. Tale episodio è un raro esempio nella storia del cristianesimo in cui il Santo Patrono di una città sceglie personalmente il suo patrocinio invece di essere scelto.


[1] Per tradizione si intende opinione o usanza antica tramandata e alla quale si crede, e si tiene fede. Più esplicitamente “trasmissione di cognizioni, abilità tecniche, ordinamenti e usi di generazioni in generazioni”. Essa è in parte cosciente (insegnamento, educazione e avviamento tecnico) in parte involontaria (assimilazione nei rapporti sociali). Come coefficiente del nostro costume esterno e di quello interno la tradizione ha un’importanza fondamentale per stabilità di ogni organismo comunitario, in particolare anche della comunità nazionale. L’autentico legame alla tradizione nei suoi vari aspetti è lontano dalla esagerazione “reazionaria” del conservatorismo illegittimo…è lontano dalla innovazione “rivoluzionaria” che vorrebbe spezzare la continuità della tradizione (Wendelin Rauch - Jakob Homes Dizionario del Cattolicesimo nel mondo moderno, pag. 750).

[2] La tradizione della Lettera della Madonna ai Messinesi è nel suo vero concetto. Non è una scrittura ispirata come la pretese qualcuno; non è una pia leggenda suscitata da un falso campanilismo e sostenuta da creduloneria, come vorrebbero molti altri; tanto meno è una favola creata dall’ignoranza e per l’ignoranza: essa è un venerando documento storico-religioso che va studiato con attenzione e pietà (Pantaleone Minutoli Preghiere alla Santissima Vergine della Sacra Lettera Messina 1965, pag. 32).
[3] Alessandro Fumia - Franz Riccobono La Vara Messina 2004.
[4] Vedi per esempio nel Breve ragguaglio dell’Invenzione e feste de’ gloriosi martiri Placido e Compagni di Filippo Goto stampato a Messina presso Bufalini nel 1591 alle pag. 99-103.

[5] Giuseppe Bonfiglio e Costanzo Messina Città Nobilissima Venezia 1606, pag. 55-56.

[6] Villaggio marinaro del Comune di Messina posto all’estremità sud della Città chiamato oggi anche Briga Marina dal fatto che sorge a valle dell’abitato di Briga.

[7] Antica Chiesa-Santuario dedicata a San Paolo, molto probabilmente di impianto bizantino ma ampiamente ristrutturata ed ampliata nel ‘700, sorta sul luogo ove sbarcò l’Apostolo delle Genti, molto prossima alla Pietra di San Paolo (Giuseppe Bonfiglio e Costanzo Messina Città Nobilissima Venezia 1606, pag. 57). Fino alla costruzione della nuova parrocchiale, costruita nel 1932, era aperta al culto ed al suo interno si conservava uno splendido polittico quattrocentesco di scuola messinese raffigurante la Madonna col Bambino, tra i Santi Giovanni Evangelista, Pietro, Paolo, Giovanni Battista, Placido e Nicola di Bari.

[8] Marco Grassi Presentazione del restauro dell’antico polittico di Briga Marina in Quotidiano on-line di Informazione www.messinawebtv.it 9 Dicembre 2004.

[9] Questa pietra, come afferma Carmelo Micalizzi nel suo contributo Il nome Giampilieri. Mitologema di un sasso inserito in appendice al volume Quartiere I “Pilieri” di Giovanni Molonia e Nino Principato, è un cippo miliare romano che segna la precisa distanza verificata di diecimila passi dalla Messina romana. Una rarissima testimonianza sulla viabilità siciliana di epoca classica.

[10] Secondo la tradizione cristiana Maria venne assunta in cielo circa quindici anni dopo la morte di Gesù versò l’anno 48 d. C.

[11] Primo Vescovo della Chiesa di Messina eletto direttamente da San Paolo, seguito da Barchirio nell’anno 68, Eleuterio nell’anno 121 ed Alessandro nel 154 (Benedetto ChiarelloMemorie Sacre della Città di Messina Messina 1705, pag. 27-33). Al Museo Regionale di Messina si conserva una tela del secolo XVII, attribuita a Giovan Battista Langetti e proveniente dal Duomo, in cui è raffigurata la consacrazione di Bacchilo da parte di San Paolo Apostolo.
[12] Questi nomi sono stati conosciuti attraverso una serie di visioni che ebbe una monaca del Terz’Ordine di San Benedetto di Bivona (AG) di nome Maria Roccaforte, descritta da Domenico Argananzio nel 1689 e da Benedetto Chiarello nel 1705. La Roccaforte ebbe delle apparizioni della Vergine Maria dal 3 Giugno al 1 Luglio del 1647 ove la Madre di Cristo gli parlò della visita che ebbe dai messinesi e della sua perpetua protezione sulla Città dello Stretto attraverso una Lettera (Benedetto Chiarello Memorie Sacre della Città di MessinaMessina 1907, pag. 103-106).

[13] La pia tradizione dice che l’incontro con Maria Vergine avvenne a Gerusalemme ma molto probabilmente fu ad Efeso proprio nella casa di Giovanni.

[14] La traduzione italiana del testo della Sacra Lettera è il seguente: «Maria Vergine figlia di Gioacchino, umilissima serva di Dio, Madre di Gesù Crocifisso, della tribù di Giuda, della stirpe di David, salute a tutti i messinesi e benedizione di Dio Padre Onnipotente. Ci consta per pubblico strumento che voi tutti con fede grande avete a noi spedito Legati e Ambasciatori, confessando che il Nostro Figlio, generato da Dio sia Dio e uomo e che dopo la sua resurrezione salì al cielo: avendo voi conosciuta la via della verità per mezzo della predicazione di Paolo Apostolo eletto per la qual cosa benediciamo voi e la stessa città della quale noi vogliamo essere perpetua protettrice».

[15] Un Atto del Senato di Messina datato il 30 Luglio 1636 fissava ufficialmente al 3 Giugno i nuovi festeggiamenti della Madonna della Lettera. Tale consuetudine, come giorno fisso della liturgia della Chiesa Peloritana, si affermò solo nel Luglio del 1669 quando Clemente IX concesse l’ufficiatura del culto della Madonna della Lettera. Prima del 1636 i festeggiamenti si tenevano l’8 Settembre data che ricordava il ritorno in Messina degli Ambasciatori



L'immagine posta sopra mostra l'incontro degli ambasciatori messinesi con la Vergine Maria.


sabato 26 maggio 2012

Benedizione del fuoco nel giorno di Pentecoste


In alcuni luoghi, poichè lo Spirito Santo scese sugli Apostoli e su Maria in forma di lingue di fuoco, è uso, nella solennità di Pentecoste, benedire il fuoco. Ecco i testi del Benedizionale tratti dal sito Maranathà.:


56 - BENEDIZIONE AL FUOCO

Premesse

1608.
 Il fuoco, segno della presenza e della laboriosità umana, resta misterioso per la sua origine e i suoi effetti: arde, purifica. riscalda, devasta e distrugge.
La metafora del fuoco può esprimere le sfrenate ambizioni dell'uomo prometeico, come la ricerca di un autentico progresso e l'ardore della carità.
Nella Bibbia il fuoco è una delle forme privilegiate della manifestazione di Dio; da Abramo a Mosè, da Elia a Giovanni Battista (cfr Gn 22, 7; Es 3, 2; 1 Re 18, 38; Mt 3, 11). Gesù ha dichiarato di esser venuto a portare il fuoco sulla terra (cfr Lc 1 2, 49) e dopo la sua ascensione alla destra del Padre apparvero lingue come di fuoco (At 2, 3) sugli Apostoli, riuniti con Maria nel Cenacolo il giorno della Pentecoste (At 2, 3).
Ogni cristiano è posto sotto il segno della fiamma di carità che sull'altare della croce consuma la vittima divina, e con la potenza dello Spirito trasforma la nostra vita in sacrificio a Dio gradito (cfr Eb 9,12).
1609. Nella notte di Pasqua si benedice il fuoco nuovo, perché si accenda nel cuore dei fedeli il desiderio di unirsi a Cristo, vincitore del peccato e della morte.
Nella tradizione popolare si accendono dei falò nelle aie contadine, nelle piazze dei paesi o sulle vette dei monti, in connessione con le vicende stagionali e con le solennità liturgiche come il Natale del Redentore, per san Giuseppe, la natività di san Giovanni Battista, la festa dell'Assunta, ecc.
Questa consuetudine, già presente in culture pre-cristiane, è occasione per benedire Dio e alimentare la fraternità e la gioia.
1610. Il rito qui proposto può essere usato dal sacerdote e dal diacono in alcune solennità o circostanze particolari (cfr n.1590). Ad esso è raccomandata la presenza del popolo e la sua attiva partecipazione.
1611. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno adattare le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.

 
Rito della benedizione


INIZIO

1612.
 Quando tutti sono riuniti si esegue un canto adatto o si fa una pausa di raccoglimento. Poi il ministro dice:
V. Sia benedetto il nome del Signore.
R. Ora e sempre.
Oppure:

Sia benedetto il nostro Dio
per le grandi cose che ha compiuto
nella beata Vergine Maria 
[in san N.].
R. Benedetto nei secoli il Signore.

1613. 
Il ministro, o un'altra persona idonea, introduce il rito di benedizione con brevi parole.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO

1614.
 Un lettore o uno dei presenti legge uno dei seguenti brani della Sacra Scrittura secondo le circostanze.

1615. 
In occasione di feste in prossimità dell'inizio delle stagioni (per esteso vedi a p. 853 ss.):

AUTUNNO
Per la natività della beata Vergine Maria
1 Sam 2,1. 4-8Il mio cuore esulta nel Signore.
Responsorio: Lc 1, 46-48 49-50 51-53 54-55

R. L'anima mia magnifica il Signore.
Oppure: Per l'esaltazione della Santa Croce
Fil 2,6-11Il Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo ha esaltato.
Responsorio: Sal 95 (96), 1-2a 2b-3 7-8a 10 
R.
 Salvati dall'amore, cantiamo un canto nuovo.

INVERNO
Per il Natale

Is 9,2-3.5-6
Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce.

Responsorio: Sal 23 (24), 1-2 3-4 5-6 9-10 R.
 Ecco, viene il Signore, re della gloria.


PRIMAVERA
Per san Giuseppe, sposo di Maria Vergine, patrono della Chiesa
Is 26, 1-9L'anima anele al Signore nella notte...per imparare i suoi  giudizi.

Responsorio: Sal 84 (85), 9 10-12 13-14 R.
 La gloria del Signore abiterà la nostra terra.

ESTATE
Per san Giovanni Battista
Mt 3,1-12Egli vi battezzerà in Spirito e fuoco.
Lc 1,8-17Sarà pieno di Spirito Santo.. camminerà davanti al Signore con la forza di Elia.
Responsorio: Lc 1, 68-69 70-71 72-74 76-77 78-79R.
 Verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge.
Oppure:
Per l'Assunzione della beata Vergine Maria

Lc 1,39-47 Benedetta tu fra le donne.
Responsorio: Lc 1,46-48 49-50 51-53 54-55R.
 L'anima mia magnifica il Signore.


1616. 
IN ALTRE CIRCOSTANZE
Es 3, lb-2. 4b

Mosè condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l'Oreb. L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto.
At 2,1. 3-4a
Mentre stavano compiendosi i giorni della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.
Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono pieni di Spirito Santo.
Lc 12,49
Dice il Signore Gesù:
Sono venuto a portare il fuoco sulla terra;
e come vorrei che fosse già acceso!
Gv 1,1a.9
In principio era il Verbo.
Venne nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Gv 8,12
Dice il Signore Gesù: «Io sono la luce del mondo;
chi segue me, non camminerà nelle tenebre,
ma avrà la luce della vita».


RESPONSORIO

1617. 
Dopo la lettura della parola di Dio si possono cantare seguenti invocazioni o altre simili:
Benediciamo il Signore
a lui onore e gloria nei secoli.

Opere del Signore                                    
R. Benedite il Signore
Angeli del Signore                                   
R. Benedite il Signore

Sole e luna                                                
R. Benedite il Signore
Astri del cielo                                            
R. Benedite il Signore

Fuoco e calore                                           
R. Benedite il Signore
Notti e giorni                                             
R. Benedite il Signore

Luce e tenebre                                           
R. Benedite il Signore
Folgori e nubi                                            
R. Benedite il Signore

Figli dell'uomo                                          
R. Benedite il Signore
Santi del cielo  
                                          R. Benedite il Signore

Benediciamo il Signore
a lui onore e gloria nei secoli.


BREVE ESORTAZIONE

1618. 
Secondo l'opportunità, il ministro rivolge brevi parole ai presenti, illustrando la lettura biblica, perché percepiscano il significato della celebrazione.

Breve silenzio.

PREGHIERA DI BENEDIZIONE


1619. 
Prima della formula di benedizione, il ministro dice:
P
reghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio-

Segue la preghiera del Signore:

Padre nostro.

1620. 
Il ministro con le braccia allargate pronuncia la preghiera di benedizione:
Sii benedetto, Dio Padre onnipotente:
tu in principio hai creato la luce
e hai acceso nell'uomo,
fatto a tua immagine,
la scintilla del tuo amore;
con una colonna luminosa
hai guidato il tuo popolo errante nel deserto
verso la terra promessa;
nella pienezza dei tempi
hai mandato il tuo Figlio
a portare nelle nostre tenebre
l'ardente luce della verità e della grazia,
e dopo la sua gloriosa ascensione
hai effuso la fiamma del tuo Spirito
sulla Chiesa nascente.
Benedici questo fuoco nella festa di...
e fa' divampare nei nostri cuori
l'incendio della tua carità.

Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

1621. 
Oppure:
Sii benedetto, Signore nostro Dio:
tu hai dato agli uomini il tuo Figlio,
splendore dell'eterna gloria,
e la fiamma viva del tuo Santo Spirito;

benedici questo fuoco nella festa di ...;
fa' che diveniamo portatori di luce
e costruttori di un mondo rinnovato nel tuo amore.

Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

1622. 
Il ministro, secondo le consuetudini locali, traccia un segno di croce sui presenti, cfr n. 1592 pronunciando la formula seguente:
I
l Signore misericordioso,
per intercessione di ... 
[Maria, nostra madre e regina,
o di san 
N., nostro patrono
],
vi illumini e vi comunichi il fuoco del suo Spirito,
perché possiate vincere le suggestioni del male
e gustare la forza del suo amore.

R. Amen.

la benedizione di Dio onnipotente,

Padre e Figlio X e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.

1623.
 
Un canto corale può chiudere la celebrazione.

Novena alla Madonna della Lettera



Al via i festeggiamenti per la Celeste Patrona di Messina, la Madonna della Lettera.


Nella Basilica Cattedrale, dal 25 maggio al 2 giugno, ogni sera, alle ore 17, preghiera del S. Rosario, novena e S. Messa, con la partecipazione di Parrocchie, Istituti Religiosi, Aggregazioni Laicali. Giorno 1 - 2 - 3 giugno, alle ore 18, Celebrazione Eucaristica presieduta da don Francesco La Camera. Lunedì 4 giugno, solennità liturgica, alle ore 11, S. Messa Pontificale presieduta da S.E. Mons. Francesco Montenegro, Arcivescovo Metropolita di Agrigento; alle ore 18, preghiera e Processione per le vie cittadine.


Zancle rinnova il suo filiale ringraziamento per colei che si è autoproclamata eterna protettrice come ricorda la stele votiva del porto: VOS ET IPSAM CIVITATEM BENEDICIMUS.






Molti gli appuntamenti spirituali e culturali, novena, Sante Messe, processione, mostre, concerti conferenze. Nella giornata del 4 giugno, giorno al quale è stata spostata la solennità per la coincidenza con la SS. Trinità, è previsto un annullo filatelico e, al termine della solenne Messa Stazionale presieduta dall'Arcivescovo di Agrigento, Mons. Francesco Montenegro, verrà distribuita la riproduzione di un'antica stampa raffigurante la consegna della Sacra Lettera.


Ed ecco il video del magnifico inno alla Vergine della Sacra Lettera che risuona fra le mura della nostra meravigliosa basilica cattedrale: