Translate

martedì 31 luglio 2012

Il perdono di Assisi


Il 2 agosto, la famiglia francescana celebra Santa Maria degli Angeli alla Porziuncola, luogo nel quale il Padre Serafico si stabilì dopo il suo ritorno da Roma, ove fondò il Secondo Ordine francescano e ove compì il suo pellegrinaggio terreno. Lo stesso san Francesco richiese al Signore una particolare perdonanza che il pontefice stabilì e che venne poi ampliata. Infatti dal mezzogiorno del 1 agosto, alla mezzanotte del 2 agosto è possibile lucrare l'indulgenza plenaria secondo le seguenti norme: 

CONDIZIONI PER RICEVERE L'INDULGENZA PLENARIA DEL PERDONO DI ASSISI

(per sé o per i defunti)

Confessione sacramentale (negli otto giorni precedenti o seguenti)

Comunione Eucaristica; 

Visita a una Chiesa Francescana o alla Chiesa Parrocchiale, con la recita del Credo e del Padre Nostro

Preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice

Disposizione d'animo che escluda ogni attaccamento al peccato




Ecco il racconto della concessione dell'indulgenza da parte del Signore, durante una visione.

COME SAN FRANCESCO

CHIESE ED OTTENNE L'INDULGENZA DEL PERDONO



Testo tratto dal sito ufficiale della Basilica di Santa Maria degli Angeli in Assisi
http://www.porziuncola.org/italiano/indulgenza.htm

Una notte dell'anno del Signore 1216, Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l'altare il Cristo rivestito di luce e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore!

Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: "Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe".

"Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande - gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza".

E Francesco si presentò subito al Pontefice Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visone avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione. Poi disse: "Per quanti anni vuoi questa indulgenza?". Francesco scattando rispose: "Padre Santo, non domando anni, ma anime". E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo chiamò: "Come, non vuoi nessun documento?". E Francesco:"Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l'opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni". E qualche giorno più tardi insieme ai Vescovi dell'Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra le lacrime: "Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!".






giovedì 5 luglio 2012

Il Big Bang della Sindone

Cari lettori, vi riporto un interessante articolo tratto da Vatican Insider riguardante le ultime scoperte sulla Sacra Sindone. Secondo le ultime ricerche il corpo contenuto nel Sacro Lino si sarebbe smaterializzato e rimaterializzato all'esterno di esso, mediante un fenomeno fisico che prende il nome di annichilazione materia-antimateria (AMA), un processo alla base della costituzione del nostro universo.



Baldacchini è un fisico, che per molti anni ha ricoperto ruoli di responsabilità all’Enea di Frascati. E’ anche uno studioso appassionato di quell’oggetto misterioso che è la Sindone di Torino, e proprio in questi giorni ha raccolto le sue riflessioni in un lavoro, reperibile nella sua integralità a questo collegamento.

In particolare, avanza un’ipotesi affascinante per rispondere a una serie di quesiti sulla formazione dell’immagine, e su come il corpo all’interno del lenzuolo funebre possa essere scomparso. Baldacchini pone due ipotesi di lavoro: che la Sindone sia un falso medioevale utile alla Chiesa Cattolica per pratiche devozionali e/o propaganda religiosa, come tante altre reliquie o sia autentica e che abbia realmente avvolto il cadavere di Gesù Cristo, e sia stata testimone della sua Resurrezione.


“La Sindone è un lenzuolo di lino antico di circa 4,40x1,10 mq sul quale ci sono molti segni tra i quali una debole immagine corporea (IC) frontale e dorsale, e macchie di liquidi organici e inorganici. Negli ultimi decenni è stato scoperto che la IC non è un disegno o una pittura eseguita con tecniche conosciute, e alcune macchie rossastre sono state causate da sangue umano (Antonacci, 2000), (Wilson, 2010).

Naturalmente non possiamo ancora escludere un falso, e allora supponiamo che la Sindone sia un falso medioevale realizzato dal più geniale falsario mai apparso sulla Terra e ancora oggi sconosciuto (Baldacchini, 2011). Ne consegue che l’ipotetico autore, od autori, conoscessero alcune tecnologie o informazioni prima della loro invenzione e divulgazione”.  Baldacchini elenca undici elementi scientifici determinanti per fargli concludere che la Sindone non è un falso. Per ragioni di spazio non possiamo elencarli tutti, e vi preghiamo perciò di fare riferimento al testo originale.

Lo studioso ricorda che “La Sindone non contiene tracce di liquidi e gas putrescenti (questi segni sono prodotti dopo circa 40 ore dalla morte, e quindi il corpo non c’era già più prima di allora ma non troppo prima, per via delle macchie di sangue che hanno richiesto del tempo per formarsi per la liquefazione del sangue già coagulato, processo di emolisi)”, e che “ Il corpo non è stato rimosso manualmente (non ci sono tracce di trascinamento in corrispondenza delle macchie di sangue)”.

Ma il corpo come è sparito? Risponde Baldacchini: “L’unico fenomeno conosciuto in Fisica che conduca alla sparizione completa della massa con produzione di energia equivalente è il processo di annichilazione materia-antimateria (AMA), che oggi può essere riprodotto solo a livello subatomico nei laboratori di particelle elementari, ma che è stato invece dominante subito dopo il Big Bang, cioè negli istanti iniziali di esistenza del nostro universo”.

La “teoria dell’annichilazione” soddisfa anche le caratteristiche richieste da ipotesi precedenti: “Infatti, solo una piccola parte della energia della massa a riposo è liberata, mentre il corpo si annichila completamente e riappare praticamente come era prima anche fuori della Sindone”.  Le ipotesi precedenti riguardavano l’energia radiante (MEB), e l’ipotesi del corpo meccanicamente trasparente,  (Reb) ed erano completate dall’ipotesi del “Metodo storico consistente” (chm).

Tutte teorie elaborate negli anni passati per dare una spiegazione alla scomparsa del corpo, che non è stato spostato meccanicamente dal lenzuolo funebre. “ Quindi, il corpo di Gesù Cristo diviene trasparente per la Sindone come richiesto dalla ipotesi MTB, mentre emette una limitata quantità di energia radiante come per la ipotesi REB, senza i problemi della ipotesi HCM”. Nella discussione che completa lo studio, il fisico afferma che “L’ipotesi AMA non ci dice nulla, eccetto che il corpo si è smaterializzato all’interno della Sindone e istantaneamente si è materializzato di nuovo in altro luogo morto o vivo, che non fa differenza per le leggi della Fisica che così non sono in contraddizione con i racconti evangelici che invece lo descrivono risorto e quindi vivo”.

E sono in accordo con le caratteristiche chimiche e fisiche della Sindone di Torino. “Mi sono mosso quasi ai limiti delle conoscenze scientifiche attuali, ma ho cercato di rimanere all'interno delle leggi della fisica conosciute oggi, principalmente la conservazione dell'energia e la non conservazione di alcuni parametri fondamentali nei processi elementari che sono alla base della esistenza del nostro universo”, conclude lo studioso.

domenica 1 luglio 2012

Tempo per annum estivo, il tempo delle feste patronali


Il tempo ordinario, con la sua flessibilità, permette una più libera scelta dell'Ufficio e della Messa da celebrare nei giorni feriali, sono infatti permesse: la Messa della settimana corrispondente del tempo per annum, o la Messa del santo del giorno o desunto dal Martirologio Romano, una Messa votiva o ad diversa.
Qui nella mia bella Sicilia, il tempo per annum del periodo estivo (mesi luglio, agosto, settembre), è caratterizzato da una miriade di feste patronali che celebrano i Misteri del Signore, la Beata Vergine sotto svariati titoli, i santi. Il popolo cristiano ama ricordare i suoi patroni celesti e li festeggia con pie pratiche, pii esercizi, luminarie, decorazioni, mortaretti; con manifestazioni religiose, culturali, ludiche, musicali...
Molto spesso queste feste patronali cadono di Domenica, allora cosa celebrare ? La Messa della Domenica o quella del santo Patrono ?
Se si tratta del santo patrono se ne può celebrare la Messa e la Liturgia delle ore, ciò non costituisce un abuso liturgico, così si è infatti espressa la CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI,  in un responsum del 1969:


Ad dubium propositum, «utrum anniversarium dedicationis ecclesiae et sollemnitas patroni aut tituli ecclesiae in dominicam transferri possunt», responsio huiusmodi invenitur in N 5 (1969) 404:
Affirmative, si agitur de dominica per annum vel temporis Nativitatis et de anniversario dedicationis ecclesiae propriae vel de patrono principali loci aut de titulo ecclesiae propriae, quae celebrantur tamquam sollemnitates. De his celebrationibus dici possunt omnes Missae, quae concurrente populo celebrantur (cf. Normae de anno lit. et de cal., n. 58).
Negative, si translatio facienda est in dominicas Adventus, Quadragesimae et Paschae, vel in dominicas in quibus occurrat aliqua sollemnitatis Domini, B. Mariae Virginis et Sanctorum in calendario generali inscripta, vel si agitur de anniversario dedicationis ecclesiae cathedralis, de patrono regionis vel nationis, de patrono secundario.

(fonte: Enchiridion Documentorum Instaurationis Liturgicae - I, Marietti, 1976)