L’inno dei I e dei II Vespri della solennità
della natività di san Giovanni Battista-Ut
queant laxis- fu composto dal
monaco storico e poeta Paolo Diacono (Cividale del Friuli, 720 –Montecassino, 799) in strofe saffiche.
Il monaco Guido d’Arezzo ne utilizzò la I strofa per
trarne i nomi delle note dell’esacordo: ut (attuale do), re, mi fa sol ,la.
Ut queant
laxis
Resonare
fibris
Mira
gestorum
Famuli
tuorum
Solve
polluti
Labii reatum
Sancte Johannes.
Potete notare l’operazione svolta dal monaco nell’immagine
di sopra, ove le iniziali dei vari versi che danno il nome alle note sono
colorate di rosso. A ciascuna
sillaba qui evidenziata corrisponde infatti, nella musica dell'inno, la
relativa nota con cui è cantata.
Il nome
della nota Si non si deve a Guido D'Arezzo, ma fu aggiunto solo nel XVI secolo: infatti il canto gregoriano, e la musica medievale in genere, non prevedevano l'uso della sensibile, cioè del settimo
grado della scala.
Il nome
della settima nota, tuttavia, fu desunto dal medesimo inno: dal Sancte Johannes.
Ecco il
testo dell’inno:
Ed ecco la traduzione:
Perché i fedeli sulla lenta lira
possano cantare la tue grandi gesta, sciogli la colpa dell'impuro labbro, o San
Giovanni.
Un angelo disceso dall'alto Olimpo rivela al padre la tua grande nascita, ed il nome e, per ordine, le gesta della tua vita.
Egli dubbioso della promessa divina, perdette l'uso della pronta favella, ma tu nascendo gli ridonasti l'organo della perduta voce.
Nascosto ancora nel seno della madre, sentisti il Re che giaceva nel talamo; ed ecco ambo le madri, per merito del figlio, schiudono il pondo ascoso.
Un angelo disceso dall'alto Olimpo rivela al padre la tua grande nascita, ed il nome e, per ordine, le gesta della tua vita.
Egli dubbioso della promessa divina, perdette l'uso della pronta favella, ma tu nascendo gli ridonasti l'organo della perduta voce.
Nascosto ancora nel seno della madre, sentisti il Re che giaceva nel talamo; ed ecco ambo le madri, per merito del figlio, schiudono il pondo ascoso.
Te i cittadini del cielo con lodi
celebrino, Dio uno e trino, supplici anche noi ti chiediamo perdono: abbi pietà
dei redenti.
Traduzione tratta da:
http://www.cantualeantonianum.com
http://www.cantualeantonianum.com
Ed ecco un video con una esecuzione del maestro Giovanni Vianini:
Ma come può fare mio figlio.a riportare su pentagramma tuto inno di san giovanni. ..aiuto...
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