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venerdì 8 giugno 2012

Il miracolo eucaristico della mula



Continuiamo la nostra preparazione alla solennità del Corpus Domini con un altro miracolo eucaristico, questa volta ne è protagonista sant'Antonio da Padova, di cui mercoledì ne celebreremo la memoria. Ecco il prodigio tratto da un'agiografia attribuita a Girolamo Tessari:

Nella regione di Tolosa, l’uomo Santo, discusse con veemenza intorno al Sacramento dell’Eucaristia con un eretico incallito quasi fino a convincerlo della verità della fede. Costui, dopo molto disputare, aggiunse: «Ebbene, lasciamo le chiacchere e veniamo ai fatti. Se tu, Antonio, riuscirai a provare con un miracolo, alla presenza di tutti, che lì sia il Corpo di Cristo, io abiurerò ogni eresia e mi sottometterò al giogo della fede.» Il Santo promise con grande fiducia che lo avrebbe fatto e l’eretico riprese: «Io terrò chiuso per tre giorni un mio mulo e gli farò provare i tormenti della fame. Passati i tre giorni, lo tirerò fuori alla presenza della gente ivi riunita e gli mostrerò la biada pronta. Tu intanto starai di fronte all’animale, tenendo in mano ciò che affermi essere il Corpo di Cristo. Se la bestia, sfinita dal digiuno, trascurerà il cibo, affrettandosi verso quel Dio, che secondo te dev’essere adorato da ogni creatura, crederò sinceramente alla fede della chiesa. » Subito il Santo uomo diede il suo assenso...
Il giorno stabilito è presente quell’eretico con assiepata la caterva dei suoi perversi complici e mena fuori il mulo tormentato dalla fame; accanto, viene disposta la biada. Sant’Antonio celebra intanto in una cappella sorgente nei pressi. Terminato il rito della messa, porta al cospetto del popolo il Corpo Santissimo di Cristo e, imponendo il silenzio, dice al mulo: «In virtù ed in nome del tuo Creatore, che io, per quanto indegno, tengo veramente tra le mani, dico e comando a te, o animale, di accostarti immediatamente e umilmente e di prestargli la dovuta venerazione, affinchè i malvagi eretici si persuadano che ogni creatura è soggetta al suo Creatore, che il sacerdote abitualmente tiene tra le mani sull’altare.»
Frattanto l’eretico offre al mulo affamato il cibo. Evento mirabile! L’animale, stremato dal digiuno, dopo aver ascoltato l’invito di sant’Antonio, trascurando il foraggio, subito, inchinando la testa fino ai garretti, piegò le ginocchia davanti al vivifico Sacramento. Gioia dei cattolici, meritata desolazione degli eretici. E quel miscredente, avendo abiurato ogni eresia, secondo la promessa, riabbracciò la fede e prestò obbedienza ai precetti della chiesa.

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