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martedì 14 agosto 2012

La Pasqua di Maria


Da qualche tempo si sta diffondendo la consapevolezza dell'importanza della solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria; questa ricorrenza liturgica è la festa più solenne che l'oriente cristiano dedica alla Madre di Dio, una vera e propria Pasqua di Maria. Nelle parrocchie si sta diffondendo la celebrazione di veglie nella notte fra il 14 e il 15 agosto. Vi posto una veglia di mia composizione, si tratta dell'Ufficio delle letture unito alla Santa Messa Vespertina nella vigilia, con l'aggiunta di un testo tratto dagli antichi scritti sulla Dormizione della Vergine e un responsorio desunto da una veglia preesistente.

Se si volesse celebrare suddetta veglia, ma non si avesse a disposizione un presbitero, si potrebbe proseguire l'ufficio delle letture nel modo solito, prolungandolo, secondo la lodevole consuetudine, con le parti vigiliari e la lettura del Vangelo.


La Pasqua di Maria

Liturgia vigiliare nella solennità
della Beata Vergine Maria Madre di Dio

 Lucernario

È consigliabile che il lucernario – come nel Sabato Santo – abbia inizio in luogo diverso da quello della celebrazione. Quando tutti si sono raccolti nel luogo prescelto, il celebrante da inizio alla celebrazione:
Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo. Amen.

La Pace di Cristo risorto, che oggi ha assunto in cielo la Madre, sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.

Fratelli e sorelle, oggi è la festa più solenne dell’immacolata Vergine Madre di Dio, la «festa delle sue feste», come dicono i Padri: perché oggi, «terminato il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo».   Questo crede e celebra la Chiesa; questo confessa e propone il suo magistero.
Canta la Liturgia bizantina: «La tomba e la morte non prevalsero sulla Madre di Dio, che non si stanca di intercedere, né mai cessa di supplicare. Colui che dimorò in un grembo sempre vergine ha assunto alla vita la Madre della Vita».
Oggi infatti Cristo, primizia e causa della nostra risurrezione, ha innalzato accanto a sé la sua Madre purissima, trasfigurandola nella sua Luce, a immagine del suo corpo glorioso. Con gioia dunque acclamiamo il Signore, Luce senza tramonto e Re della gloria.

Processione verso l’altare 

Il celebrante accende una candela, avvolta con un nastro azzurro, al fuoco e si avvia la processione verso l’altare.
Giunti al luogo della celebrazione, il cero viene collocato accanto all’ambone. Il diacono incensa il cero e il preconio, quindi canta o proclama il Preconio festivo dell’Assunzione.
Esultino i cori degli angeli,
esultino insieme le schiere dei santi:
accolgano in festa la loro Regina
fra il giubilo di tutto il creato.

Gioisca la Chiesa ancor pellegrina
e con inni magnifichi il Santo, il Potente,
che grandi cose ha compiuto in Maria,
innalzando su trono regale l’umile Ancella.

Questa infatti è la Pasqua della Vergine:
Ella sale col corpo alla gloria dei cieli,
inizio radioso della Chiesa futura,
che avrà compimento nel Regno.

Questo è il giorno in cui la Madre di Dio,
immacolata nella sua concezione,
intatta nel parto divino,
trionfa sulla corruzione del sepolcro.

Questo è il giorno in cui Gesù nuovo Adamo,
vincitore del peccato e della morte,
esalta accanto a sé la nuova Eva,
Vergine obbediente e generosa compagna.

O giorno davvero mirabile,
nel quale l’uomo e la donna,
creati a immagine e somiglianza di Dio,
riacquistano il più alto fulgore.

O giorno festoso di nozze,
in cui l’eccelsa Figlia di Sion, l’Amata,
è presentata all’Agnello come Sposa,
adorna di pura bellezza.

O giorno di speranze superne:
oggi si è accesa nel cielo la Stella
che segna il cammino dell’uomo
col raggio soave del conforto divino
Questo è giorno di pace e clemenza,
che vede assisa vicina al Pietoso
– Mediatrice di grazia – la Madre,
china sui passi di tutti i suoi figli.

In questo giorno di gloria, Padre santo,
ti preghiamo: splenda anche in noi quella luce
che rifulge compiuta in Maria,
per Cristo tuo Figlio, Luce della tua Luce.
Egli vive e regna immortale con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen

Ufficio delle letture

1^ Antifona
Vieni, Vergine Maria, coronata di bellezza:
entra nella casa del tuo Signore.

SALMO 23
 
Del Signore è la terra e quanto contiene, *
l'universo e i suoi abitanti.
E' lui che l'ha fondata sui mari, *
e sui fiumi l'ha stabilita.

Chi salirà il monte del Signore, *
chi starà nel suo luogo santo?

Chi ha mani innocenti e cuore puro, †
chi non pronunzia menzogna, *
chi non giura a danno del suo prossimo.

Egli otterrà benedizione dal Signore, *
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca, *
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. 
Sollevate, porte, i vostri frontali, †
alzatevi, porte antiche, *
ed entri il re della gloria.

Chi è questo re della gloria? †
Il Signore forte e potente, *
il Signore potente in battaglia.

Sollevate, porte, i vostri frontali, †
alzatevi, porte antiche, *
ed entri il re della gloria.

Chi è questo re della gloria? *
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

1^ Antifona
Vieni, Vergine Maria, coronata di bellezza:
entra nella casa del tuo Signore.

2^ Antifona

Dio ti ha scelta e prediletta:
nella sua tenda ti ha fatto abitare.

SALMO 45 
 
Dio è per noi rifugio e forza, *
aiuto sempre vicino nelle angosce.

Perciò non temiamo se trema la terra, *
se crollano i monti nel fondo del mare.
Fremano, si gonfino le sue acque, *
tremino i monti per i suoi flutti.

Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio, *
la santa dimora dell'Altissimo.

Dio sta in essa: non potrà vacillare; *
la soccorrerà Dio, prima del mattino.
Fremettero le genti, i regni si scossero; *
egli tuonò, si sgretolò la terra.

Il Signore degli eserciti è con noi, *
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.

Venite, vedete le opere del Signore, *
egli ha fatto portenti sulla terra.

Farà cessare le guerre sino ai confini della terra, †
romperà gli archi e spezzerà le lance, *
brucerà con il fuoco gli scudi.

Fermatevi e sappiate che io sono Dio, *
eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.
Il Signore degli eserciti è con noi, *
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
 
2^ Antifona

Dio ti ha scelta e prediletta:
nella sua tenda ti ha fatto abitare.

3^ Antifona

Meraviglie si cantano di te,
o Vergine Maria!

SALMO 86   
Le sue fondamenta sono sui monti santi; †
il Signore ama le porte di Sion *
più di tutte le dimore di Giacobbe.

Di te si dicono cose stupende, *
città di Dio.

Ricorderò Raab e Babilonia
fra quelli che mi conoscono; †
ecco, Palestina, Tiro ed Etiopia: *
tutti là sono nati.

Si dirà di Sion: «L'uno e l'altro è nato in essa *
e l'Altissimo la tiene salda».

Il Signore scriverà nel libro dei popoli: *
«Là costui è nato».
E danzando canteranno: *
«Sono in te tutte le mie sorgenti».

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
 
3^ Antifona

Meraviglie si cantano di te,
o Vergine Maria!

Versetto

V.  Te beata, Maria, che hai creduto!
R.  In te si compie la parola del Signore. 
Prima Lettura
Dalla lettera agli Efesini di san Paolo, apostolo

Fratelli, non cesso di render grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere, perché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui. Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l'efficacia della sua forza
che egli manifestò in Cristo,
quando lo risuscitò dai morti
e lo fece sedere alla sua destra nei cieli,
al di sopra di ogni principato e autorità,
di ogni potenza e dominazione
e di ogni altro nome che si possa nominare
non solo nel secolo presente
ma anche in quello futuro.
Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi (Sal 8, 7)
e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa,
la quale è il suo corpo,
la pienezza di colui che si realizza interamente
in tutte le cose.
Anche voi eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati, nei quali un tempo viveste alla maniera di questo mondo, seguendo il principe delle potenze dell'aria, quello spirito che ora opera negli uomini ribelli. Nel numero di quei ribelli, del resto, siamo vissuti anche tutti noi, un tempo, con i desideri della nostra carne, seguendo le voglie della carne e i desideri cattivi; ed eravamo per natura meritevoli d'ira, come gli altri. Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia infatti siete stati salvati. Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.
Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo. 

Responsorio 
  
R. Bella, e tutta gloriosa, la Vergine Maria passa da questo mondo a Cristo; * splende tra i santi come il sole tra gli astri.
V. Godono gli angeli, si rallegrano gli arcangeli per l'esaltazione di Maria:
R. splende tra i santi come il sole tra gli astri.

Seconda Lettura

Dalla Costituzione Apostolica »Munificentissimus Deus» di Pio XII, papa


Santità, splendore e gloria: il corpo della Vergine!

I santi padri e i grandi dottori nelle omelie e nei discorsi, rivolti al popolo in occasione della festa odierna, parlavano dell'Assunzione della Madre di Dio come di una dottrina già viva nella coscienza dei fedeli e da essi già professata; ne spiegavano ampiamente il significato, ne precisavano e ne apprendevano il contenuto, ne mostravano le grandi ragioni teologiche. Essi mettevano particolarmente in evidenza che oggetto della festa non era unicamente il fatto che le spoglie mortali della beata Vergine Maria fossero state preservate dalla corruzione, ma anche il suo trionfo sulla morte e la sua celeste glorificazione, perché la Madre ricopiasse il modello, imitasse cioè il suo Figlio unico, Cristo Gesù.
San Giovanni Damasceno, che si distingue fra tutti come teste esimio di questa tradizione, considerando l'Assunzione corporea della grande Madre di Dio nella luce degli altri suoi privilegi, esclama con vigorosa eloquenza: «Colei che nel parto aveva conservato illesa la sua verginità doveva anche conservare senza alcuna corruzione il suo corpo dopo la morte. Colei che aveva portato nel suo seno il Creatore, fatto bambino, doveva abitare nei tabernacoli divini. Colei, che fu data in sposa dal Padre, non poteva che trovar dimora nelle sedi celesti. Doveva contemplare il suo Figlio nella gloria alla destra del Padre, lei che lo aveva visto sulla croce, lei che, preservata dal dolore, quando lo diede alla luce, fu trapassata dalla spada del dolore quando lo vide morire. Era giusto che la Madre di Dio possedesse ciò che appartiene al Figlio, e che fosse onorata da tutte le creature come Madre ed ancella di Dio».
San Germano di Costantinopoli pensava che l'incorruzione e l'assunzione al cielo del corpo della Vergine Madre di Dio non solo convenivano alla sua divina maternità, ma anche alla speciale santità del suo corpo verginale: «Tu, come fu scritto, sei tutta splendore (cfr. Sal 44, 14); e il tuo corpo verginale è tutto santo, tutto casto, tutto tempio di Dio. Per questo non poteva conoscere il disfacimento del sepolcro, ma, pur conservando le sue fattezze naturali, doveva trasfigurarsi in luce di incorruttibilità, entrare in una esistenza nuova e gloriosa, godere della piena liberazione e della vita perfetta».
Un altro scrittore antico afferma: «Cristo, nostro salvatore e Dio, donatore della vita e dell'immortalità, fu lui a restituire la vita alla Madre. Fu lui a rendere colei, che l'aveva generato, uguale a se stesso nell'incorruttibilità del corpo, e per sempre. Fu lui a risuscitarla dalla morte e ad accoglierla accanto a sé, attraverso una via che a lui solo è nota».
Tutte queste considerazioni e motivazioni dei santi padri, come pure quelle dei teologi sul medesimo tema, hanno come ultimo fondamento la Sacra Scrittura. Effettivamente la Bibbia ci presenta la santa Madre di Dio strettamente unita al suo Figlio divino e sempre a lui solidale, e compartecipe della sua condizione.
Per quanto riguarda la Tradizione, poi, non va dimenticato che fin dal secondo secolo la Vergine Maria vene presentata dai santi padri come la novella Eva, intimamente unita al nuovo Adamo, sebbene a lui soggetta. Madre e Figlio appaiono sempre associati nella lotta contro il nemico infernale; lotta che, come era stato preannunziato nel protovangelo (cfr. Gn 3, 15), si sarebbe conclusa con la pienissima vittoria sul peccato e sulla morte, su quei nemici, cioè, che l'Apostolo delle genti presenta sempre congiunti (cfr. Rm capp. 5 e 6; 1 Cor 15, 21-26; 54-57). Come dunque la gloriosa risurrezione di Cristo fu parte essenziale e il segno finale di questa vittoria, così anche per Maria la comune lotta si doveva concludere con la glorificazione del suo corpo verginale, secondo le affermazioni dell'Apostolo: «Quando questo corpo corruttibile si sarà vestito di incorruttibilità e questo corpo mortale di immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata ingoiata per la vittoria» (1 Cor 15; 54; cfr. Os 13, 14).
In tal modo l'augusta Madre di Dio, arcanamente unita a Gesù Cristo fin da tutta l'eternità «con uno stesso decreto» di predestinazione, immacolata nella sua concezione, vergine illibata nella sua divina maternità, generosa compagna del divino Redentore, vittorioso sul peccato e sulla morte, alla fine ottenne di coronare le sue grandezze, superando la corruzione del sepolcro. Vinse la morte, come già il suo Figlio, e fu innalzata in anima e corpo alla gloria del cielo, dove risplende Regina alla destra del Figlio suo, Re immortale dei secoli.


Responsorio
R. Ecco il giorno luminoso, nel quale la Madre di Dio è salita al cielo; lodiamo e acclamiamo tutti: * Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno.
V. Beata sei tu, santa Vergine Maria, e meritevole d'ogni lode: da te è nato il sole di giustizia, Cristo Salvatore.
R. Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno.

Da un racconto apocrifo della Dormizione della Vergine Maria
34. Prima di tornare presso il Padre, Maria, aprendo la bocca, benedisse in questi termini: “Ti benedico, poiché hai fatto tutto ciò che hai promesso, e non hai rattristato il mio spirito. Tu mi avevi promesso che non avresti permesso agli angeli di venire presso la mia anima, ma che saresti venuto tu stesso. Ed ecco quello che mi è avvenuto, Signore, secondo le tue parole. Chi sono io per essere giudicata degna di una tal gloria?”. Dopo aver detto ciò, essa terminò il suo cammino, con il viso sorridente rivolto al Signore. Il Signore, abbracciandola, prese la sua anima santa e la depose nelle mani di Michele, avvolgendola con una pelle di cui non si può descrivere lo splendore. Quanto a noi apostoli, abbiamo visto l’anima di Maria deposta nelle mani di Michele, in una forma umana perfetta, eccetto la figura di donna o d’uomo; essa non aveva altro che una piena rassomiglianza di tutto il corpo, ma con una chiarezza sette volte più grande. Il Salvatore disse a Pietro: “Deponi in un luogo sicuro il corpo di Maria, con cura. Esci dalla città, sulla sinistra, e troverai una tomba nuova. Deponi là il corpo e resta presso di lei finché te lo dirò”. Quando il Salvatore ebbe finito di parlare, il corpo di Maria si mise a gridare, dicendo: “Ricordati di me, o re della gloria. Ricorda che io sono la tua creatura, ricordati che io ho custodito il tesoro che mi hai consegnato”. Allora il Signore disse al corpo: “Non ti abbandonerò, mia perla, mio tesoro inviolato. Mai abbandonerò il tesoro sigillato, fino a quando non verrà cercato”. Detto questo, salì in un istante.
L’assemblea acclama:
Rendiamo grazie a Dio.



ANNUNZIO DELLA FESTA

Celebrante: Oggi la Vergine Maria e accolta nei cieli, oggi spunta l'aurora della Chiesa, oggi è ridata la speranza al popolo che camminava incontro al Padre, oggi Cristo riveste di gloria e d'immortalità, il corpo di Colei che gli ha plasmato un corpo.

Popolo: Il Signore che rovescia i potenti dai
troni, fa sedere alla sua destra l'umile sua serva; l'Onnipotente che fa grandi cose per la nostra salvezza, magnifica la santità del suo nome, liberando Maria dalla corruzione del sepolcro.

Celebrante: Il Signore ha salvato Maria dal peccato
sin dalla sua concezione, ricolmandola di ogni dono di grazia sgorgata dalla morte di Cristo sulla croce; egli l'ha innalzata in anima e corpo alla Gerusalemme del cielo, dove risplende Regina accanto al Re della gloria.

Popolo: Segno grandioso apparso nel cielo,
Maria è ammantata della luce di Cristo, sole di giustizia; e le dodici tribù della casa d'Israele, riunite attorno a lei la invocano "Madre" perché tutte in lei sono nate.

Celebrante: Godono gli angeli, si rallegrano gli arcangeli
per l'esaltazione di Maria, i santi proclamano beata Colei che ha creduto; e noi, che in questa valle di lacrime camminiamo con sicura speranza verso il giorno glorioso del Signore, cantiamo la vittoria del Cristo risorto, che si manifesta in Maria.


Celebrante: Rendiamo grazie al Padre, donatore della
vita, per Gesù Cristo nato da Maria, madre dei viventi, nello Spirito Santo che dimora nei nostri cuori per i secoli dei secoli.

Popolo:  Amen.

Il celebrante intona il Gloria, frattanto suonano le campane e si illumina la chiesa a giorno.
La Messa prosegue normalmente con i testi della Messa Vespertina nella Vigilia. 

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