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lunedì 22 ottobre 2012

Beato Giovanni Paolo II, i testi liturgici.


Ecco tutti i testi per celebrare l'odierna memoria del Beato papa Giovanni Paolo II, approvati dalla CONGREGAZIONE PER IL CULTO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI.

Per la celebrazione della Santa Messa:


Dal Comune dei pastori: per un papa.

Colletta
O Dio, ricco di misericordia,
che hai chiamato il beato Giovanni Paolo II, papa,
a guidare l’intera tua Chiesa,
concedi a noi, forti del suo insegnamento,
di aprire con fiducia i nostri cuori
alla grazia salvifica di Cristo, unico Redentore dell’uomo.
Egli è Dio e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

Per l'Ufficio delle letture:



BEATO GIOVANNI PAOLO II, PAPA

Carlo Giuseppe Wojtyła nacque nel 1920 a Wadowice in Polonia. Ordinato sacerdote e compiuti gli studi di teologia a Roma, al ritorno in patria ricoprì vari incarichi pastorali e universitari. Nominato Vescovo ausiliare di Cracovia, di cui nel 1964 divenne Arcivescovo, prese parte al Concilio Ecumenico Vaticano II. Divenuto papa il 16 ottobre 1978 con il nome di Giovanni Paolo II, si contraddistinse per la straordinaria sollecitudine apostolica, in particolare per le famiglie, i giovani e i malati, che lo spinse a compiere innumerevoli visite pastorali in tutto il mondo; i frutti più significativi lasciati in eredità alla Chiesa, tra molti altri, sono il suo ricchissimo Magistero e la promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica e dei Codici di Diritto Canonico per la Chiesa latina e le Chiese Orientali. Morì piamente a Roma il 2 aprile 2005, alla vigilia della II domenica di Pasqua o della divina misericordia.
Dal Comune dei pastori: per un papa.

Ufficio delle letture
Seconda lettura

Dall’Omelia per l’inizio del pontificato del beato Giovanni Paolo II, papa.

(22 ottobre 1978: A.A.S. 70 [1978], pp. 945-947)

Non abbiate paura! Aprite le porte a Cristo!

Pietro è venuto a Roma! Cosa lo ha guidato e condotto a questa Urbe, cuore dell’Impero Romano, se non l’obbedienza all’ispirazione ricevuta dal Signore? Forse questo pescatore di Galilea non avrebbe voluto venire fin qui. Forse avrebbe preferito restare là, sulle rive del lago di Genesareth, con la sua barca, con le sue reti. Ma, guidato dal Signore, obbediente alla sua ispirazione, è giunto qui!
Secondo un’antica tradizione, durante la persecuzione di Nerone, Pietro voleva abbandonare Roma. Ma il Signore è intervenuto: gli è andato incontro. Pietro si rivolse a lui chiedendo: «Quo vadis, Domine?» (Dove vai, Signore?). E il Signore gli rispose subito: «Vado a Roma per essere crocifisso per la seconda volta». Pietro tornò a Roma ed è rimasto qui fino alla sua crocifissione.
Il nostro tempo ci invita, ci spinge, ci obbliga a guardare il Signore e ad immergerci in una umile e devota meditazione del mistero della suprema potestà dello stesso Cristo.
Colui che è nato dalla Vergine Maria, il Figlio del falegname – come si riteneva –, il Figlio del Dio vivente, come ha confessato Pietro, è venuto per fare di tutti noi «un regno di sacerdoti».
Il Concilio Vaticano II ci ha ricordato il mistero di questa potestà e il fatto che la missione di Cristo – Sacerdote, Profeta-Maestro, Re – continua nella Chiesa. Tutti, tutto il Popolo di Dio è partecipe di questa triplice missione. E forse in passato si deponeva sul capo del Papa il triregno, quella triplice corona, per esprimere, attraverso tale simbolo, che tutto l’ordine gerarchico della Chiesa di Cristo, tutta la sua «sacra potestà» in essa esercitata non è altro che il servizio, servizio che ha per scopo una sola cosa: che tutto il Popolo di Dio sia partecipe di questa triplice missione di Cristo e rimanga sempre sotto la potestà del Signore, la quale trae le sue origini non dalle potenze di questo mondo, ma dal Padre celeste e dal mistero della Croce e della Risurrezione.
La potestà assoluta e pure dolce e soave del Signore risponde a tutto il profondo dell’uomo, alle sue più elevate aspirazioni di intelletto, di volontà, di cuore. Essa non parla con un linguaggio di forza, ma si esprime nella carità e nella verità.
Il nuovo Successore di Pietro nella Sede di Roma eleva oggi una fervente, umile, fiduciosa preghiera: «O Cristo! Fa’ che io possa diventare ed essere servitore della tua unica potestà! Servitore della tua dolce potestà! Servitore della tua potestà che non conosce il tramonto! Fa’ che io possa essere un servo! Anzi, servo dei tuoi servi».
Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà!
Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera!
Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa «cosa è dentro l’uomo». Solo lui lo sa!
Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna.

Responsorio

R/. Non abbiate paura: il Redentore dell’uomo ha rivelato il potere della croce e ha dato per noi la vita! * Aprite, spalancate le porte a Cristo.
V/. Siamo chiamati nella Chiesa a partecipare alla sua potestà.
R/. Aprite, spalancate le porte a Cristo.
Orazione
O Dio, ricco di misericordia, che hai chiamato il beato Giovanni Paolo II, papa, a guidare l’intera tua Chiesa, concedi a noi, forti del suo insegnamento, di aprire con fiducia i nostri cuori alla grazia salvifica di Cristo, unico Redentore dell’uomo. Egli è Dio.

In latino:


BEATI IOANNIS PAULI II, PAPAE

Carolus Iosephus Wojtyła anno 1920 in civitate Wadowice in Polonia natus est. Presbyteratu auctus, studiis theologiae in Urbe completis, in patriam reditus variis pastoralibus academicisque muneribus functus est. Iam Episcopus auxiliaris Cracoviensis, anno 1964 Archiepiscopus nominatus est et Sacrosancto Concilio Oecumenico Vaticano II interfuit. Summus Pontifex die 16 octobris 1978, Ioannis Pauli II sumpto nomine, electus, summa apostolica praesertim familiarum iuvenumque et aegrotantium sollicitudine emicuit, quae eum ad innumeras populi Dei ubique per orbem terrarum Visitationes duxit cuiusque fructus, inter multos alios, eximius Ecclesiae hereditate relictus ditissimum eius Magisterium et promulgationes Catechismi Catholicae Ecclesiae atque Codicum Iuris Canonici sive Ecclesiae Latinae sive Ecclesiarum Orientalium. In Urbe die 2 aprilis 2005, in vigilia dominicae II Paschatis seu de divina misericordia, pie in Domino quievit.
De Communi pastorum: pro papa.
Ad Officium lectionis

Lectio altera

Ex Homília beáti Ioánnis Pauli Secúndi, papae, in inítio pontificátus.

(Die 22 octobris 1978: AAS 70 [1978], 945-947)

Nolite timere! Aperite ianuas Christo!

Petrus Romam venit! Quid enim eum hanc in Urbem, cor Impérii Románi, diréxit et condúxit, nisi inspiratióni a Dómino infúsae oboediéntia? Fórsitan his Galilaéae piscátor hucúsque veníre nollet. Fórsitan illic manére mallet, apud ripas lacus Genesáreth, sua cum navícula, suis cum rétibus. Sed, a Dómino ductus, eius óbsequens inspiratióni, huc venit!
Secúndum antíquam traditiónem, témpore persecutiónis sub Neróne, Petrus Romam relínquere vóluit. Sed Dóminus intervénit: ei óbviam éxiit. Petrus ad Eum se vertit, intérrogans: «Quo vadis, Dómine?». Et Dóminus ei statim respóndit: «Romam vénio iterum crucifígi». Petrus Romam revérsus est et hic usque ad suam mansit crucifixiónem.
Aetas nostra nos invítat, nos impéllit, nos óbligat, ut Dóminum inspiciáamus et nos in húmilem piámque immergámus meditatiónem mystérii suprémae potestátis ipsíus Christi.
Ipse, Qui ex María Vírgine natus est, Fílius fabri lignárii – uti putabátur – Fílius Dei vivi, sicut Petrus conféssus est, venit, ut ex ómnibus nobis «regnum sacerdótum» institúeret.
Concílium Oecuménicum Vaticánum II nobis mystérium memorávit huius potestátis, in lucem próferens missiónem Christi – Sacerdótis, Prophétae et Magístri, Regis – quae in Ecclésia perséquitur. Omnes, totus Dei Pópulus istam tríplicem partícipat missiónem. Et fórsitan praetérito témpore in caput Papae tiára imponebátur, haec nempe triplex coróna, ut significáret, per eiúsmodi signum, quod totus ordo hierárchicus Ecclésiae Christi, tota eius «sacra potéstas» in ea exercitáta, áliud non est nisi ministérium, ministérium quod velut unum tenet propósitum: ut univérsus Dei Pópulus hanc triplicem partícipet Christi missiónem atque semper sub Dómini potestáte máneat, quae suam oríginem non e potestátibus huius mundi trahit, sed a Patre caelésti et e mystério Crucis Resurrectionísque.
Potéstas absolúta simúlque dulcis et suavis Dómini omni respóndet hóminis profunditáti, eiúsque altíssimis intelléctus, voluntátis cordísque adspiratiónibus. Ea non róboris sermóne lóquitur, sed in caritáte veritatéque exprímitur.
Novus Petri Succéssor in Romána Sede hódie férvidam, húmilem fiduciosámque élevat precem: «Christe! Fac, ut ego fíeri et esse possim servus únicae tuae potestátis! Servus dulcis tuae potestátis! Servus tuae potestátis quae nescit occásum! Fac, ut ego servus esse possim! Immo, tuórum servus servórum».
Fratres et Soróres! Nolite timére Christum excípere eiúsque potestátem suscípere! Auxiliámini Summum Pontíficem et omnes qui Christo et, cum Christi potestáte, hómini totíque humáno géneri servíre cúpiunt!
Nolíte timére! Aperíte, immo, expándite iánuas Christo! Eius salvíficae potestáti aperíte Státuum fines, systémata oeconómica nec non política, vastas cultúrae, civílis cultus et progressiónis províncias. Nolíte timére! Christus scit «quid in hómine sit». Solus Ille novit!
Hódie saepe homo nescit quid intus, in profunditáte ánimi sui suíque cordis áfferat. Saepe sensus eius vitae hac in terra est incértus. Dúbio obrúitur quod in desperatiónem mutátur. Sínite ígitur – rogo vos, humíliter ac fidénter vos implóro – sinite Christum cum hómine loqui. Solus Ille verba vitae habet, sic! vitae aetérnae.

Responsorium

R/. Nolíte timére: Redémptor hóminis crucis potestátem revelávit et pro nobis vitam dedit! * Aperíte, expándite iánuas Christo.
V/. Vocámur in Ecclésia, ut eius participémus potestátem. * Aperíte.

Oratio
Deus, dives in misericórdia, qui beátum Ioánnem Paulum, papam, univérsae Ecclésiae tuae praeésse voluísti, praesta, quaésumus, ut, eius institútis edócti, corda nostra salutíferae grátiae Christi, uníus redemptóris hóminis, fidénter aperiámus. Qui tecum.



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