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mercoledì 5 settembre 2012

Beata Madre Teresa di Calcutta


Oggi la Chiesa celebra la Beata Madre Teresa di Calcutta, un nome che non ha bisogno di presentazioni. Comunque per chi volesse approfondire la sua biografia ecco i cenni biografici che sono stati presentati al Santo Padre Giovanni Paolo II, il giorno della sua beatificazione, avvenuta il 19 ottobre 2003. Il Pontefice, a causa della sua diffusa fama di santità, dispose che il processo per la causa di canonizzazione iniziasse dopo soli due anni dalla morte, contrariamente alla prassi che ne prevede l'avvio dopo cinque anni.

Di seguito troverete anche i testi liturgici propri, in varie lingue.


“ Sono albanese di sangue, indiana di cittadinanza. Per quel che attiene alla mia fede, sono una suora cattolica. Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo. Ma per quanto riguarda il mio cuore, appartengo interamente al Cuore di Gesù”.Di conformazione minuta, ma di fede salda quanto la roccia, a Madre Teresa di Calcutta fu affidata la missione di proclamare l’amore assetato di Gesù per l’umanità, specialmente per i più poveri tra i poveri. “Dio ama ancora il mondo e manda me e te affinché siamo il suo amore e la sua compassione verso i poveri”. Era un’anima piena della luce di Cristo, infiammata di amore per Lui e con un solo, ardente desiderio: “saziare la Sua sete di amore e per le anime”. 
Questa luminosa messaggera dell’amore di Dio nacque il 26 agosto 1910 a Skopje, città situata al punto d’incrocio della storia dei Balcani. La più piccola dei cinque figli di Nikola e Drane Bojaxhiu, fu battezzata Gonxha Agnes, ricevette la Prima Comunione all’età di cinque anni e mezzo e fu cresimata nel novembre 1916. Dal giorno della Prima Comunione l’amore per le anime entrò nel suo cuore. L’improvvisa morte del padre, avvenuta quando Agnes aveva circa otto anni, lasciò la famiglia in difficoltà finanziarie. Drane allevò i figli con fermezza e amore, influenzando notevolmente il carattere e la vocazione della figlia. La formazione religiosa di Gonxha fu rafforzata ulteriormente dalla vivace parrocchia gesuita del Sacro Cuore, in cui era attivamente impegnata.
All’età di diciotto anni, mossa dal desiderio di diventare missionaria, Gonxha lasciò la sua casa nel settembre 1928, per entrare nell’Istituto della Beata Vergine Maria, conosciuto come “le Suore di Loreto”, in Irlanda. Lì ricevette il nome di suor Mary Teresa, come Santa Teresa di Lisieux. In dicembre partì per l’India, arrivando a Calcutta il 6 gennaio 1929. Dopo la Professione dei voti temporanei nel maggio 1931, Suor Teresa venne mandata presso la comunità di Loreto a Entally e insegnò nella scuola  per ragazze, St. Mary. Il 24 maggio 1937 suor Teresa fece la Professione dei voti perpetui, divenendo, come lei stessa disse: “la sposa di Gesù” per “tutta l’eternità”. Da quel giorno fu sempre chiamata Madre Teresa. Continuò a insegnare a St. Mary e nel 1944 divenne la direttrice della scuola. Persona di profonda preghiera e amore intenso per le consorelle e per le sue allieve, Madre Teresa trascorse i venti anni della sua vita a “Loreto” con grande felicità. Conosciuta per la sua carità, per la generosità e il coraggio, per la propensione al duro lavoro e per l’attitudine naturale all’organizzazione, visse la sua consacrazione a Gesù, tra le consorelle, con fedeltà e gioia.
Il 10 settembre 1946, durante il viaggio in treno da Calcutta a Darjeeling per il ritiro annuale, Madre Teresa ricevette l’“ispirazione”, la sua “chiamata nella chiamata”. Quel giorno, in che modo non lo raccontò mai, la sete di Gesù per amore e per le anime si impossessò del suo cuore, e il desiderio ardente di saziare la Sua sete divenne il cardine della sua esistenza. Nel corso delle settimane e dei mesi successivi, per mezzo di locuzioni e visioni interiori, Gesù le rivelò il desiderio del suo Cuore per “vittime d’amore” che avrebbero “irradiato il suo amore sulle anime.”Vieni, sii la mia luce”, la pregò. “Non posso andare da solo” Le rivelò la sua sofferenza nel vedere l’incuria verso i poveri, il suo dolore per non essere conosciuto da loro e il suo ardente desiderio per il loro amore. Gesù chiese a Madre Teresa di fondare una comunità religiosa, le Missionarie della Carità, dedite al servizio dei più poveri tra i poveri. Circa due anni di discernimento e verifiche trascorsero prima che Madre Teresa ottenesse il permesso di cominciare la sua nuova missione. Il 17 agosto 1948, indossò per la prima volta il sari bianco bordato d’azzurro e oltrepassò il cancello del suo amato convento di “Loreto” per entrare nel mondo dei poveri.
Dopo un breve corso con le Suore Mediche Missionarie a Patna, Madre Teresa rientrò a Calcutta e trovò un alloggio temporaneo presso le Piccole Sorelle dei Poveri. Il 21 dicembre andò per la prima volta nei sobborghi: visitò famiglie, lavò le ferite di alcuni bambini, si prese cura di un uomo anziano che giaceva ammalato sulla strada e di una donna che stava morendo di fame e di tubercolosi. Iniziava ogni giornata con Gesù nell’Eucaristia e usciva con la corona del Rosario tra le mani, per cercare e servire Lui in coloro che sono “non voluti, non amati, non curati”. Alcuni mesi più tardi si unirono a lei, l’una dopo l’altra, alcune sue ex allieve.
Il 7 ottobre 1950 la nuova Congregazione delle Missionarie della Carità veniva riconosciuta ufficialmente nell’Arcidiocesi di Calcutta. Agli inizi del 1960 Madre Teresa iniziò a inviare le sue sorelle in altre parti dell’India. Il Diritto Pontificio concesso alla Congregazione dal Papa Paolo VI nel febbraio 1965 la incoraggiò ad aprire una casa di missione in Venezuela. Ad essa seguirono subito altre fondazioni a Roma e in Tanzania e, successivamente, in tutti i continenti. A cominciare dal 1980 fino al 1990, Madre Teresa aprì case di missione in quasi tutti i paesi comunisti, inclusa l’ex Unione Sovietica, l’Albania e Cuba.
Per rispondere meglio alle necessità dei poveri, sia fisiche, sia spirituali, Madre Teresa fondò nel 1963 i Fratelli Missionari della Carità; nel 1976 il ramo contemplativo delle sorelle, nel 1979 iFratelli contemplativi, e nel 1984 i Padri Missionari della Carità. Tuttavia la sua ispirazione non si limitò soltanto alle vocazioni religiose. Formò i Collaboratori di Madre Teresa e iCollaboratori Ammalati e Sofferenti, persone di diverse confessioni di fede e nazionalità con cui condivise il suo spirito di preghiera, semplicità, sacrificio e il suo apostolato di umili opere d’amore. Questo spirito successivamente portò alla fondazione dei Missionari della Carità Laici. In risposta alla richiesta di molti sacerdoti, nel 1991 Madre Teresa dette vita anche al Movimento Corpus Christi per Sacerdoti come una “piccola via per la santità” per coloro che desideravano condividere il suo carisma e spirito.
In questi anni di rapida espansione della sua missione, il mondo cominciò a rivolgere l’attenzione verso Madre Teresa e l’opera che aveva avviato. Numerose onorificenze, a cominciare dal Premio indiano Padmashri nel 1962 e dal rilevante Premio Nobel per la Pace nel 1979, dettero onore alla sua opera, mentre i media cominciarono a seguire le sue attività con interesse sempre più crescente. Tutto ricevette, sia i riconoscimenti sia le attenzioni, “per la gloria di Dio e in nome dei poveri”.
L’intera vita e l’opera di Madre Teresa offrirono testimonianza della gioia di amare, della grandezza e della dignità di ogni essere umano, del valore delle piccole cose fatte fedelmente e con amore, e dell’incomparabile valore dell’amicizia con Dio. Ma vi fu un altro aspetto eroico di questa grande donna di cui si venne a conoscenza solo dopo la sua morte. Nascosta agli occhi di tutti, nascosta persino a coloro che le stettero più vicino, la sua vita interiore fu contrassegnata dall’esperienza di una profonda, dolorosa e permanente sensazione di essere separata da Dio, addirittura rifiutata da Lui, assieme a un crescente desiderio di Lui. Chiamò la sua prova interiore: “l’oscurità”. La “dolorosa notte” della sua anima, che ebbe inizio intorno al periodo in cui aveva cominciato il suo apostolato con i poveri e perdurò tutta la vita, condusse Madre Teresa a un’unione ancora più profonda con Dio. Attraverso l’oscurità partecipò misticamente alla sete di Gesù, al suo desiderio, doloroso e ardente, di amore, e condivise la desolazione interiore dei poveri.
Durante gli ultimi anni della sua vita, nonostante i crescenti seri problemi di salute, Madre Teresa continuò a guidare la sua Congregazione e a rispondere alle necessità dei poveri e della Chiesa. Nel 1997 le suore di Madre Teresa erano circa 4.000, presenti nelle 610 case di missione sparse in 123 paesi del mondo. Nel marzo 1997 benedisse la neo-eletta nuova Superiora Generale delle Missionarie della Carità e fece ancora un viaggio all’estero. Dopo avere incontrato il Papa Giovanni Paolo II per l’ultima volta, rientrò a Calcutta e trascorse le ultime settimane di vita ricevendo visitatori e istruendo le consorelle. Il 5 settembre 1997 la vita terrena di Madre Teresa giunse al termine. Le fu dato l’onore dei funerali di Stato da parte del Governo indiano e il suo corpo fu seppellito nella Casa Madre delle Missionarie della Carità. La sua tomba divenne ben presto luogo di pellegrinaggi e di preghiera per gente di ogni credo, poveri e ricchi, senza distinzione alcuna. Madre Teresa ci lascia un testamento di fede incrollabile, speranza invincibile e straordinaria carità. La sua risposta alla richiesta di Gesù: “Vieni, sii la mia luce”, la rese Missionaria della Carità, “Madre per i poveri”, simbolo di compassione per il mondo e testimone vivente dell’amore assetato di Dio.
Meno di due anni dopo la sua morte, a causa della diffusa fama di santità e delle grazie ottenute per sua intercessione, il Papa Giovanni Paolo II permise l’apertura della Causa di Canonizzazione. Il 20 dicembre 2002 approvò i decreti sulle sue virtù eroiche e sui miracoli.


Latino:
Deus, qui beatam Teresiam, virginem, vocasti,
ut amori Filii tui in cruce sitientis
eximia caritate in pauperrimos responderet,
da nobis, quaesumus, eius intercessione,
in afflictis fratribus Christo ministrare.

Per Dominum...

Italiano:

O Dio, che hai chiamato la beata Teresa, vergine,
a rispondere all'amore del tuo Figlio tuo assetato sulla croce
con una carità straordinaria verso i più poveri dei poveri,
donaci, per sua intercessione,
di servire Cristo nei fratelli sofferenti.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unita dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

Francese:
Seigneur, toi qui as appelé la bienheureuse Teresa, vierge,
à répondre à l’amour de ton Fils assoiffé sur la Croix
par une extraordinaire charité envers les plus pauvres d’entre les pauvres.
Donne-nous, par son intercession, la grâce
de servir le Christ dans nos frères souffrants.
Par Jésus.


Spagnolo:
Oh Dios, que llamaste a la Beata Teresa, virgen,
para que correspondiera al amor de tu Hijo, sediento en la cruz
con una eximia caridad hacia los más pobres,
te pedimos que nos concedas, por su intercesión,
servir a Cristo en los hermanos afligidos.

Por Jesucristo, nuestro Señor, …


Ed ecco la seconda lettura per l'Ufficio delle Letture:


seconda lettura

Dall'ultima lettera dì Madre Teresa, M.C., alle suore Miss. della Carità, 5 settembre 1997

Siate soltanto tutte di Gesù attraversa Maria
Questa mia lettera porta l'amore, la preghiera e la benedizione della Madre per ciascuna di voi, perché siate soltanto tutte di Gesù attraverso Maria.
So che la Madre lo dice spesso «Siate soltanto tutte di Gesù attraverso Maria» -, ma ripete questo perché è tutto ciò che la Madre vuole per voi, tutto ciò che la Madre vuole da voi. Se nel vostro cuore siete soltanto tutte di Gesù attraverso Maria, e se fate ogni cosa soltanto per Gesù attraverso Maria, sarete autentiche Missionarie della Carità. Grazie per tutti gli auguri affettuosi che mi avete mandato in occasione della festa della Congrega­zione. Dobbiamo essere davvero grate a Dio, spe­cialmente per averci donato lo spirito di Maria quale spirito della nostra Congregazione. L'amore­vole fiducia in Dio e il totale abbandono in Lui fecero rispondere «Sì» a Maria al messaggio del­l'angelo, e la gioia la spinse ad andare in tutta fret­ta a servire la cugina Elisabetta. Tutto questo è co­sì simile alla nostra vita: dire «Sì» a Gesù e andare in tutta fretta a servirLo nei più poveri tra i poveri. Rimaniamo vicine a Maria e Lei farà crescere, in ciascuna di noi, questo stesso spirito. Si sta avvicinando il 10 settembre. Questa è un'altra opportunità per noi di rimanere accanto a Maria, per ascoltare il grido di Gesù: «Ho sete», e rispondervi con tutto il cuore. È soltanto con Maria che possiamo udire il grido di Gesù: «Ho sete», ed è soltanto con Maria che possiamo ringraziare de­gnamente Dio per aver fatto un dono così gran­de alla nostra Congregazione. L'anno scorso è sta­to il Giubileo d'oro del giorno dell'Ispirazione, e spero che tutto l'anno sia stato un anno di ringra­ziamento. Non giungeremo mai ad esaurire il dono fatto dalla Madre, per la Congregazione, quel giorno, perciò non dobbiamo mai smettere di ren­dere grazie per esso. Che la nostra gratitudine si manifesti nella determinazione di saziare la sete di Gesù con una vita di autentica carità: amore per Gesù nella preghiera, amore per Gesù nelle con­sorelle, amore per Gesù nei più poveri tra i poveri - niente altro. Sono venuta pure a sapere che Gesù ci vuole fare un altro dono.
Quest'anno, il Santo Padre procla­merà santa Teresa del Bambino Gesù «Dottore del­la Chiesa», nel centenario del suo ritorno a casa da Gesù. Vi immaginate... solo perché ha fatto piccole cose con grande amore la Chiesa la proclama Dot­tore della Chiesa, al pari di sant'Agostino e della grande santa Teresa! Proprio come nel Vangelo, quando Gesù ha detto a chi stava all'ultimo posto: «Amico, vieni più avanti». Perciò, rimaniamo molto picco-le e seguiamo la via di santa Teresina, quella della fiducia, dell'amore e della gioia, in modo da portare a compimento la promessa della Madre di donare santi alla Madre Chiesa.

responsorio (Mt 25,34-35.40)
Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fonda­zione del mondo, * perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato.
In verità vi dico: ogni volta che avete fatto que­ste cose
a uno solo di questi miei fratelli più pic­coli, l'avete fatto a me.
Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare,
ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato.

orazione
Dio, che hai chiamato la beata Teresa, vergine, a rispondere all'amore del tuo Figlio assetato sulla croce con una carità straordinaria verso i più poveri dei poveri, donaci, per sua intercessione, di servire Cristo nei fratelli sofferenti. Egli è Dio.









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