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sabato 25 febbraio 2012

Il tempo di Quaresima e la Paschalis Sollemnitatis

Vi posto un estratto della PASCHALIS SOLLEMNITATIS, lettera circolare della CONGEGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI,  sulla preparazione delle feste pasquali, riguardante il tempo di quaresima.



 Ecco il link per chi volesse il testo completo:http://www.celebrare.it/documenti/feste_pasquali.htm


I. IL TEMPO DELLA QUARESIMA

6.         «L’annuale cammino di penitenza della quaresima è il tempo di grazia, durante il quale si sale al monte santo della pasqua».
«Infatti la quaresima, per la sua duplice caratteristica, riunisce insieme catecumeni e fedeli nella celebrazione del mistero pasquale. I catecumeni sia attraverso l”’elezione” e gli “scrutini” che per mezzo della catechesi vengono ammessi ai sacramenti dell’iniziazione cristiana; i fedeli invece attraverso l’ascolto più frequente della parola di Dio e una più intensa orazione vengono preparati con la penitenza a rinnovare le promesse del battesimo». (6)

a)         Quaresima e iniziazione cristiana

7.         Tutta l’iniziazione cristiana ha un’indole pasquale, essendo la prima partecipazione sacramentale della morte e risurrezione di Cristo. Per questo la quaresima deve raggiungere il suo pieno vigore come tempo di purificazione e di illuminazione, specie attraverso gli «scrutini» e le «consegne»; la stessa veglia pasquale deve essere considerata come il tempo più adatto per celebrare i sacramenti dell’iniziazione. (7)
8.         Anche le comunità ecclesiali, che non hanno catecumeni, non tralascino di pregare per coloro che altrove, nella prossima veglia pasquale, riceveranno i sacramenti dell’iniziazione cristiana. I pastori a loro volta spieghino ai fedeli l’importanza della professione di fede battesimale, in ordine alla crescita della loro vita spirituale. A rinnovare tale professione di fede essi verranno invitati, «al termine del cammino penitenziale della quaresima». (8)
9.         In quaresima si abbia cura di impartire la catechesi agli adulti che, battezzati da bambini, non l'hanno ancora ricevuta e pertanto non sono stati ammessi ai sacramenti della cresima e dell’eucaristia. In questo stesso periodo si facciano le celebrazioni penitenziali, per prepararli al sacramento della riconciliazione. (9)
10.       Il tempo della quaresima è inoltre il tempo proprio per celebrare i riti penitenziali corrispondenti agli scrutini per i fanciulli non ancora battezzati, che hanno raggiunto l’età adatta all’istruzione catechetica e per i fanciulli da tempo battezzati, prima che siano ammessi per la prima volta al sacramento della penitenza. (10)
Il vescovo promuova la formazione dei catecumeni sia adulti che fanciulli e, secondo le circostanze, presieda ai riti prescritti, con l’assidua partecipazione da parte della comunità locale. (11)

b)         Le celebrazioni del tempo quaresimale

11.       Le domeniche di quaresima hanno sempre la precedenza anche sulle feste del Signore e su tutte le solennità. Le solennità, che coincidono con queste domeniche, si anticipano al sabato. (12) A loro volta le ferie della quaresima hanno la precedenza sulle memorie obbligatorie. (13)
12.       Soprattutto nelle omelie della domenica venga impartita la istruzione catechetica sul mistero pasquale e sui sacramenti, con una più accurata spiegazione dei testi del lezionario, soprattutto le pericopi del Vangelo, che illustrano i vari aspetti del battesimo e degli altri sacramenti ed anche la misericordia di Dio.
13.       I pastori spieghino la parola di Dio in modo più frequente e più ampio nelle omelie dei giorni feriali, nelle celebrazioni della Parola, nelle celebrazioni penitenziali, (14) in particolari predicazioni, nel far visita alle famiglie o a gruppi di famiglie per la benedizione. I fedeli partecipino con frequenza alle messe feriali e, quando ciò non è possibile, siano invitati a leggere almeno i testi delle letture corrispondenti, in famiglia o in privato.
14.       «Il tempo di quaresima conserva la sua indole penitenziale». (15) «Nella catechesi ai fedeli venga inculcata, insieme alle conseguenze sociali del peccato, la natura genuina della penitenza, con cui si detesta il peccato in quanto offesa a Dio». (16)
La virtù e la pratica della penitenza rimangono parti necessarie della preparazione pasquale: dalla conversione del cuore deve scaturire la pratica esterna della penitenza, sia per i singoli cristiani che per tutta la comunità; pratica penitenziale che, sebbene adattata alle circostanze e condizioni proprie del nostro tempo, deve però essere sempre impregnata dello spirito evangelico di penitenza e dirigersi verso il bene dei fratelli.
Non si dimentichi la parte della chiesa nell’azione penitenziale e si solleciti la preghiera per i peccatori, inserendola più di frequente nella preghiera universale. (17)
15.       Si raccomandi ai fedeli una più intensa e fruttuosa partecipazione alla liturgia quaresimale e alle celebrazioni penitenziali. Si raccomandi loro soprattutto di accostarsi in questo tempo al sacramento della penitenza secondo la legge e le tradizioni della chiesa, per poter partecipare con animo purificato ai misteri pasquali. È molto opportuno nel tempo di quaresima celebrare il sacramento della penitenza secondo il rito per la riconciliazione di più penitenti con la confessione e assoluzione individuale, come descritto nel Rituale romano. (18)
Da parte loro i pastori siano più disponibili per il ministero della riconciliazione e, ampliando gli orari per la confessione individuale, facilitino l’accesso a questo sacramento.
16.       Il cammino di penitenza quaresimale in tutti i suoi aspetti sia diretto a porre in più chiara luce la vita della chiesa locale e a favorirne il progresso. Per questo si raccomanda molto di conservare e favorire la forma tradizionale di assemblea della chiesa locale sul modello delle «stazioni» romane. Queste assemblee di fedeli potranno essere riunite, specie sotto la presidenza del pastore della diocesi, o presso i sepolcri dei santi o nelle principali chiese e santuari della città o in quei luoghi di pellegrinaggio più frequentati nella diocesi. (19)
17.       In quaresima «non sono ammessi i fiori sull’altare e il suono degli strumenti è permesso soltanto per sostenere i canti», (20) nel rispetto dell’indole penitenziale di questo tempo.
18.       Ugualmente si omette l’«Alleluia» in tutte le celebrazioni dall’inizio della quaresima fino alla veglia pasquale, anche nelle solennità e nelle feste. (21)
19.       Si scelgano soprattutto nelle celebrazioni eucaristiche, ma anche nei pii esercizi, canti adatti a questo tempo e rispondenti il più possibile ai testi liturgici.
20.       Siano favoriti e impregnati di spirito liturgico i pii esercizi più consoni al tempo quaresimale, come la «via crucis», per condurre più facilmente gli animi dei fedeli alla celebrazione del mistero pasquale di Cristo.

c)         Particolarità di alcuni giorni della quaresima

21.       Il mercoledì avanti la domenica I di quaresima i fedeli, ricevendo le ceneri, entrano nel tempo destinato alla purificazione dell’anima. Con questo rito penitenziale sorto dalla tradizione biblica e conservato nella consuetudine ecclesiale fino a i nostri giorni, viene indicata la condizione dell’uomo peccatore che confessa esternamente la sua colpa davanti a Dio ed esprime così la volontà di una conversione interiore, nella speranza che il Signore sia misericordioso verso di lui. Attraverso questo stesso segno inizia il cammino di conversione, che raggiungerà la sua meta nella celebrazione del sacramento della penitenza nei giorni prima della pasqua. (22)
La benedizione e imposizione delle ceneri si svolge o durante la messa o anche fuori della messa. In tal caso si premette la liturgia della parola e si conclude con la preghiera dei fedeli. (23)
22.       Il mercoledì delle ceneri è giorno obbligatorio di penitenza in tutta la chiesa, con l’osservanza dell’astinenza e del digiuno. (24)
23.       La domenica I di quaresima segna l’inizio del segno sacramentale della nostra conversione, tempo favorevole per la nostra salvezza. (25) Nella messa di questa domenica non manchino gli elementi che sottolineano tale importanza; per es., la processione di ingresso con le litanie dei santi. (26) Durante la messa della domenica I di quaresima il vescovo celebri opportunamente nella chiesa cattedrale o in altra chiesa il rito dell’«elezione» o iscrizione del nome, secondo le necessità pastorali. (27)
24.       I vangeli della samaritana, del cieco nato e della risurrezione di Lazzaro, assegnati rispettivamente alle domeniche III, IV e V di quaresima nell’anno A, per la loro grande importanza in ordine alla iniziazione cristiana, possono essere letti anche negli anni B e C, soprattutto dove ci sono i catecumeni.(28)
25.       La domenica IV di quaresima («Laetare») e nelle solennità e feste è ammesso il suono degli strumenti e l’altare può essere ornato con fiori. E in questa domenica possono adoperarsi le vesti sacre di colore rosaceo. (29)
26.       L’uso di coprire le croci e le immagini nella chiesa dalla domenica V di quaresima può essere conservato secondo il giudizio della conferenza episcopale. Le croci rimangono coperte fino al termine della celebrazione della passione del Signore il venerdì santo; le immagini fino all’inizio della veglia pasquale. (30)

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